Personale e contenzioso. I 5S accendono un faro sulla Rai. Di Nicola solleva in Vigilanza il nodo delle risorse interne e dell’ufficio legale. Prioritaria la riforma di Viale Mazzini

Archiviata la vicenda della doppia presidenza di Marcello Foa, con le dimissioni rassegnate dal presidente Rai dalla presidenza di RaiCom, ora i Cinque Stelle accendono un faro su altre delicate questioni relative alla gestione di Viale Mazzini. Con una richiesta di approfondimento, formalizzata nell’Ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza, non solo sull’organico in forza al servizio pubblico – circa 13mila dipendenti dei quali oltre 1.700 giornalisti – ma anche sull’ufficio legale, con tanto di ricognizione del contenzioso pendente, dell’azienda pubblica.

PATTI CHIARI. Una richiesta che porta la firma del vice presidente M5S dell’organismo di Palazzo San Macuto, Primo Di Nicola (nella foto), e che sarà discussa in una delle prossime sedute della commissione. “Dal momento che, il Cda Rai ha dato di recente il via libera ad un nuovo concorso per l’assunzione di un centinaio di giornalisti, ritengo utile avviare una ricognizione sull’organico aziendale per capire nel dettaglio quante persone vi lavorano, con quali incarichi e mansioni e con che tipo di contratto – spiega Di Nicola, sentito da La Notizia -. Anche perché, a fronte delle numerose lamentele, in alcuni casi sollevate dalle organizzazioni sindacali, relative a direttori senza incarico e giornalisti sottodimensionati, la ricognizione sugli organici è quantomai necessaria non solo per misurare il grado di efficienza dell’azienda – valutando eventualmente l’opportunità di riassegnazioni interne nei settori che necessitano di maggior organico – ma anche per affrontare la questione delle produzioni esterne utilizzate dalla Rai per programmi che, magari, potrebbero essere prodotti con le risorse interne con tutti i risparmi che potrebbero conseguirne”. Ma non è tutto.

Ai vertici di Viale Mazzini, Di Nicola chiede anche di chiarire la questione dell’ufficio legale. “Per conoscere, innanzitutto, la mole del contenzioso in atto, relativo in molti casi a cause di lavoro in corso, a quanto ammonta la spesa – che si presume milionaria – per affrontarlo, chi, quanti e in base a quali criteri sono stati scelti i legali esterni per rappresentare l’azienda in giudizio – taglia corto il vice presidente della Vigilanza -. Un’attività di ricognizione fondamentale per valutare la possibilità – e la eventuale convenienza – di istituire un ruolo professionale interno per gli avvocati anziché rivolgersi a professionisti esterni”. Questioni annose che adesso, però, i Cinque Stelle sembrano risoluti ad affrontare e risolvere una volta per tutte.

ULTIMA BATTAGLIA. Ma la partita delle partite aperta dai Cinque Stelle resta quella della riforma di Viale Mazzini al grido “liberiamo la Rai dai partiti”. Una battaglia entrata nel vivo con la presentazione della proposta di legge redatta nella passata legislatura dall’allora presidente della Vigilanza e attuale presidente della Camera Roberto Fico, ripresentata di recente a Montecitorio dalla deputata Mirella Liuzzi e a Palazzo Madama dallo stesso Di Nicola. La relazione introduttiva è tutta un programma: “Garantire l’indipendenza” della tv di Stato da una classe politica che finora “ha considerato la Rai un territorio da occupare, uno strumento subordinato ai propri interessi, un luogo dove costituire un proprio feudo”, scambiando il “pluralismo” per “spartizione di uno spazio pubblico”.