Raccomandazione fatale. Maroni condannato per l’incarico ottenuto ad Expo dalla sua ex collaboratrice. L’ex governatore assolto invece dall’induzione indebita

Maroni è stato condannato a un anno per il contratto "su misura" ottenuto da Mara Carluccio in Eupolis, società regionale lombarda

Roberto Maroni è stato condannato a un anno per turbata libertà nella scelta del contraente per le presunte pressioni esercitate per il contratto “su misura” ottenuto dall’ex collaboratrice Mara Carluccio in Eupolis, società regionale lombarda attiva nel settore della formazione professionale. Contratto ottenuto con Expo. Mentre è stato assolto dall’accusa di induzione indebita “perchè il fatto non sussiste” per l’altro capo di imputazione, quello relativo alle presunte pressioni effettuate sui vertici Expo per ottenere il pagamento delle spese di un viaggio istituzionale a Tokio per Maria Grazia Paturzo, altra sua ex collaboratrice al ministero dell’Interno a lui legata, secondo l’accusa, da “una relazione affettiva”. Il processo puntava a fare chiarezza circa le presunte pressioni esercitate a favore di due sue ex collaboratrici al Viminale.

Il pm Eugenio Fusco aveva chiesto di condannare il governatore a 2 anni e 6 mesi di carcere per tutti i due capi di imputazione. Il Tribunale di Milano ha condannato anche tutti gli altri imputati. Un anno a Giacomo Ciriello, ex capo della segreteria politica del governatore, 10 mesi e 20 giorni ad Andrea Gibelli, ex segretario generale del Pirellone, e sei mesi alla Carluccio che avrebbe beneficiato del contratto “cucito” su misura per lei grazie alle pressioni effettuate da Maroni su Alberto Brugnoli, l’ex direttore generale di Eupolis che aveva patteggiato la pena a 8 mesi.

Maroni, Ciriello e Gibelli sono stati condannati anche all’interdizione dai pubblici uffici per un periodo pari alla durata della pena. E’ stata inoltre disposta la sospensione della pena per tutti gli imputati e la non menzione della condanna nel casellario giudiziario soltanto per Ciriello, Gibelli e Carluccio, ma non per l’ex governatore.

“Maroni è sollevato perché è caduto il reato più grave, ma io sono curioso di leggere le motivazioni della sentenza” – ha commentato l’avvocato Domenico Aiello – Il processo è fatto di prove, fatti e di una sentenza che in parte è condivisibile, ma è difficile comprendere la condanna per il capo B, che riguarda l’episodio relativo a Mara Carluccio.

Maroni, assente in Aula, ha affidato la sua amarezza ad un commento su Twitter: “Sono deluso, ma non mi scoraggio: ribadisco la mia totale estraneità a qualsiasi comportamento illecito e proprio per questo sono certo che in appello verrò completamente assolto”.