Roma in mano agli usurai. Gli Spada ancora condannati. Un commerciante finito nel giro dei prestiti a strozzo

“Vulcano” ha perso la battaglia più importante, quella con la giustizia

Sul ring ha vinto tutto ma Domenico Spada, il pugile noto con il nome di “Vulcano”, ha perso la battaglia più importante, quella con la giustizia. Ieri, la corte d’Appello di Roma ha confermato la condanna a 7 anni inflitta all’atleta per alcuni episodi di usura. Nell’ambito dello stesso procedimento, i giudici della X sezione penale del tribunale di Roma hanno confermato le pene decise dai colleghi del primo grado per altre tre persone. Si tratta di Angelo Spada, padre del boxeur, che dovrà scontare 8 anni di reclusione e di due donne, Antonietta Casamonica per la quale sono 5 gli anni di carcere e Antonietta Spinelli nei cui confronti la pena inflitta è a 3 anni e 4 mesi. Ai quattro imputati la Procura di Roma contestava, a seconda delle posizioni, i reati di estorsione ed usura per diversi episodi avvenuti tra il 2009 e il 2012.

Il primo caso, costato la condanna dei due uomini, vede protagonista un tabaccaio che, per far fronte alle ingenti spese che lo avevano indebitato, si rivolgeva al campione del mondo di pugilato nella categoria Silver Wbc, Domenico. Quest’ultimo, conosciuto anche per quel cognome ingombrante, si offriva di risolvere ogni problema con un prestito per complessivi 140mila euro ad un tasso di interesse del 212,95%. Ma a garanzia di questo denaro, l’ex boxeur pretendeva e otteneva l’intestazione di un immobile da 400mila euro. Un vero e proprio incubo che sfortunatamente per la vittima era solo all’inizio. Il padre del pugile, infatti, fiutando la possibilità di continuare a spremere l’uomo, gli imponeva di lavorare come garzone proprio all’interno della tabaccheria che, di fatto, gli era stata estorta.

Un gesto di cortesia? Nient’affatto. Prima di assumerlo come dipendente, Angelo pretendeva ben 72mila euro. Soldi che ovviamente non erano nella disponibilità del commerciante che, ormai strozzato dai debiti e disperato per le continue minacce ricevute per la mancata restituzione degli stessi, decideva di rivolgersi alle due donne. Queste, proprio come i due Spada, intuendo la disastrosa situazione debitoria, si proponevano di aiutarlo con l’ennesimo prestito a strozzo che, in gran parte, finiva nelle tasche dei due uomini. E così la vittima del raggiro finiva in un loop infinito con ormai quattro strozzini a dargli la caccia. Stanco, abbattuto e senza più nulla da perdere, nel lontano 2013 l’uomo trovava dentro di sé la forza per denunciare tutto in Procura. Così partiva l’indagine del pubblico ministero Silvia Sereni che finalmente poneva fine all’incubo dell’ormai ex commerciante.

BEL CAMPIONE. Prima di finire nei guai con la giustizia, “Vulcano” aveva calcato i ring di mezzo mondo. Diventato professionista nel 2002, la sua carriera lo aveva portato a dominare il campionato di pugilato nella categoria Silver Wbc. Uno score impressionante, con 39 match e solo 6 sconfitte, che gli avevano permesso di competere per 3 volte per il titolo Mondiale Wbc, 1 per quello Europeo e 1 per quello Italiano. Una carriera interrotta solo dall’arresto del 12 novembre del 2014.