Santelli agli ordini di Salvini. Ma la Fase 2 non si fa con i like. Parla il deputato calabrese M5S, Sapia: “Serve responsabilità, invece è guerra tra fazioni”

La decisione di Jole Santelli di “riaprire” la Calabria, contrariamente alle direttive governative, nasce perché “su ispirazione di Salvini e Meloni”. Ma il centrodestra “dovrebbe capire che la Fase 2 si basa su dati, non sui like”. Non usa mezzi termini il deputato 5 Stelle calabrese, Francesco Sapia, che, insieme ad altri tre parlamentari calabresi, ha scritto proprio a riguardo una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “la figura più adeguata per riportare l’Italia all’unità”.

Cosa sta succedendo in Calabria?
Succede che su ordine di scuderia la presidentessa della Regione, Jole Santelli, ha autorizzato con propria ordinanza lo svolgimento di varie attività. Per esempio di mercati pubblici e, con somministrazione ai tavoli piazzati all’aperto, anche di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e agriturismi. Tra l’altro Santelli ha previsto la possibilità di spostamenti da un Comune all’altro per svolgere attività sportiva individuale. In queste scelte c’è un errore di metodo e di merito. Sul metodo: non si possono scavalcare provvedimenti del presidente del Consiglio che derivano da un confronto con gli esperti e da una programmazione graduale delle riaperture a tutela della salute. L’emergenza riguarda l’intero Paese e va dunque gestita dallo Stato, come già previsto dalla Costituzione nei casi di profilassi internazionale come la pandemia in atto. Sul merito: Salvini e Meloni, che sono gli ispiratori dell’azione di Santelli e degli altri presidenti delle Regioni guidate dal centrodestra, devono accettare che lo sviluppo della Fase 2 si basa sui dati, non sui likes.

Diversi sindaci, però, si sono già opposti: è guerra aperta tra enti locali?
No. È guerra aperta tra fazioni politiche. Diversi sindaci calabresi hanno annunciato ordinanze contrarie a quella di Santelli perché, a loro volta, hanno ricevuto ordini di scuderia. Sospetto che dietro ci sia la regiadell’ex presidente della Regione, il Pd Mario Oliverio. Qui il problema è nazionale: finora Regioni e Comuni si sono sentiti liberi di decidere diversamente dal governo. È prima di tutto un problema culturale e di cultura istituzionale, di senso e rispetto delle istituzioni. Affrontare un’epidemia così pericolosa richiede la responsabilità piena di tutti gli attori: istituzionali, della comunità scientifica e sanitari. Per questo abbiamo scritto al presidente Mattarella, insieme ai colleghi D’Ippolito, Granato e Parentela. In questa fase di grande confusione e di frequenti speculazioni politiche, il capo dello Stato è la figura più adeguata per riportare l’Italia all’unità e alla normalità, posto che il presidente Conte sta gestendo la situazione con indiscutibili capacità, lucidità ed equilibrio.

Perché si è arrivati a questo scontro, considerando che le regioni “disobbedienti” sono guidate dal centrodestra?
Perché i maggiorenti del centrodestra puntano a governare al più presto. Pertanto non hanno scrupoli, freni, remore morali. Penso alla disinformazione consapevole di Salvini e Meloni, che sui loro profili Facebook hanno pubblicato alla svelta il famoso video di Tg Leonardo sul coronavirus, in modo da generare sospetti e capitalizzare consenso. Penso alle loro incoerenti posizioni ultracattoliche, ai loro rapporti con l’estrema destra europea e americana, agli strumenti con cui fanno camminare in rete tesi complottistiche particolarmente seduttive, alle rozze strumentalizzazioni sul Mes del leader leghista. E penso anche al fatto che, con i recenti attacchi coordinati al governo, Salvini e sodali vogliano occultare le responsabilità dell’emergenza sanitaria da parte della Lombardia.

Crede che dietro ci sia la “longa manus” di Salvini, Berlusconi e Meloni?
È evidente. Santelli non ha fatto nulla, finora, al di là di un’inaugurazione tragicomica all’interno del policlinico universitario di Catanzaro, di costituire un’unità di crisi pletorica quanto ingolfata e di tacere a oltranza sulla vicenda, drammatica, della residenza sanitaria assistenziale di Torano Castello, in provincia di Cosenza, diventata un caso nazionale per i tanti poveri anziani contagiati, abbandonati al loro destino.

Nel frattempo anche Renzi ha mandato un ultimatum a Conte…
Renzi resta il solito cowboy spavaldo, che ora ha bisogno di conquistare il mercato elettorale del centrodestra. Ha capito che Berlusconi è finito e che Salvini e Meloni non sono affatto affidabili per i capitalisti. Perciò la spara grossa come sempre. A Renzi non importa del futuro dell’Italia, è un risaputo profittatore politico. La sua preoccupazione è solo una: rilanciare se stesso per ritentare la scalata a Palazzo Chigi.