Si riapre la partita delle Autonomie. Salvini cede ai 5S sulle modifiche. La Camere potranno emendare il testo delle intese. Il ministro Lezzi: dubbi sul rispetto della Costituzione

Si vedrà nel prossimo vertice, con ogni probabilità lunedì, quanto l’intesa di massima sull’Autonomia tra M5S e Lega raggiunta mercoledì sera fosse solida. Ma sul dossier che riguarda le tre Regioni di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, e che tiene con il fiato sospeso la Lega, ora si registrano spiragli importanti. Pressato dai governatori Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia) il leader del Carroccio Matteo Salvini ha, a più riprese, alzato i toni nei confronti dell’alleato di governo chiedendo di accelerare sulla riforma.

PUNTO DI EQUILIBRIO. Ma il M5S ha tenuto duro sulla necessità di avere un testo che fosse emendabile dal Parlamento e che garantisse la coesione nazionale. E alla fine l’ha spuntata. Dopo un vertice notturno in cui era presente mezzo governo e che si è protratto per oltre ore, il numero uno del Viminale ha aperto sulla possibilità che le Camere possano modificare il provvedimento che uscirà dal Consiglio dei ministri. Non solo. C’è stata una prima intesa sulla questione delle risorse. Rimane in piedi quella delle prerogative su infrastrutture, beni culturali, ambiente, sanità.

A fare il punto, il giorno dopo il vertice, è stata il ministro per il Sud Barbara Lezzi. “Una riforma che ha questo impatto deve essere emendabile. Adesso ho visto anche un’apertura da parte della Lega. Se si presenta al Parlamento un testo equilibrato, che risponda a tutti i principi costituzionali, non c’è niente da temere”. Lezzi riferisce che c’è stata “una discussione molto serena e nel merito, senza pregiudizi”. E spiega il punto di incontro trovato sulle risorse. “Abbiamo messo dei paletti su un aumento del Pil di determinate Regioni, oltre il quale deve essere versata l’eccedenza nel fondo di perequazione”.

Le proposte che sono arrivate sul tavolo – ha spiegato – “prevedevano che alle Regioni dovesse andare una media nazionale dei costi di determinate materie che era stata fatta anche in maniera un po’ scorretta. Tutto questo è stato sistemato: la media nazionale non c’è più. La parte degli investimenti che andava a pescare da fondi nazionali non si può regionalizzare, anche quell’articolo è stato tolto, perché si va a sconvolgere quello che è un progetto di altre Regioni”.

“Ci saranno altri punti su cui discuteranno – commenta Zaia – siamo al riscaldamento a bordo campo. E a questo punto non torni in spogliatoio, devi giocare la partita. Mi auguro che la prossima riunione sia l’ultima per chiudere”. Di certo, avverte, “non firmeremo accordi al ribasso o finte autonomie”. Ad essere più scettico è invece Fontana che, sulla possibilità per il Parlamento di emendare, dice: “Non sono contento innanzitutto dal punto di vista giuridico perché è chiaro che poi è un processo infinito. Se il Parlamento modifica è chiaro che poi potrò dire la mia. E’ il classico tentativo di non risolvere il problema”. Spinge per una soluzione il governatore Stefano Bonaccini: “Vuole essere concessa l’Autonomia all’Emilia-Romagna? Ci si dica o sì o no. Siamo disponibili a limare il testo, siamo pronti a firmare ma solo se c’è un testo condiviso”.