Siderurgia, in calo consumi e produzione Ue. Il settore è in crescita a livello mondiale solo perché trainato dalla Cina

Consumi e produzione dell’acciaio sono in calo in tutta Europa. Un particolare che sembra confermare l’ipotesi che ArcelorMittal voglia sganciarsi da Taranto non tanto per aver perso lo scudo penale quanto perché l’investimento non risulterebbe più redditizio. Immunità o meno il colosso dell’acciaio sembra aver già deciso di mollare e pure in fretta. Guardando del resto agli ultimi dati dell’associazione mondiale dell’acciaio WSA, la domanda in Europa dovrebbe diminuire dell’1,2% entro la fine del 2019, mentre quella globale dovrebbe continuare a crescere del 3,9%, trainata però dalla Cina, che produce ormai oltre la metà dell’acciaio mondiale e consuma quasi la metà dei prodotti finiti, in un contesto fatto di regole e tutele ben diverse da quelle europee. La European Steel Association ha inoltre precisato che i consumi di acciaio in Europa sono diminuiti del 7,7% nel secondo trimestre, dopo aver già registrato un calo dell’1,6% nel primo trimestre. Una fase difficile dunque per l’industria siderurgica europea, che sta cercando di superare tale momento procedendo con ristrutturazioni e fusioni. La stessa ArcelorMittal a luglio ha completato la vendita di diversi siti produttivi europei a Liberty House, una società britannica che fa parte del gruppo GFG Alliance dell’imprenditore indo-britannico Sanjeev Gupta. Cessioni richieste dalla Commissione europea per dare il via libera all’acquisizione proprio dell’ex gruppo italiano Ilva da parte di ArcelorMittal alla fine del 2018.