Sostituzioni e nuovi equilibri cambiano la geografia del Consiglio superiore della magistratura

Che la recente inchiesta sul Consiglio superiore della magistratura avrebbe prodotto un terremoto, non c’erano dubbi. Ma l’entità e le proporzioni di questo cataclisma giudiziario possono essere comprese solo analizzando com’è cambiata la morfologia del Csm. Già perché con 5 consiglieri coinvolti, 4 dei quali si sono dimessi mentre il quinto si è autosospeso, è partito e ancora non si è del tutto concluso il risiko delle sostituzioni che ha profondamente stravolto i rapporti di forza interni all’organo di autogoverno delle toghe. Autonomia&indipendenza, la corrente di Piercamillo Davigo, per esempio, ha visto raddoppiare il numero dei propri candidati eletti, passato da due a quattro consiglieri. Ad uscire con le ossa rotte dall’inchiesta, invece, sono state le due correnti che erano uscite vincitrici dalla scorsa tornata elettorale e che ora sono state letteralmente dimezzate. Si tratta di Unicost, la corrente centrista, e Magistratura Indipendente, quella di destra, che sono entrambe passate da cinque consiglieri a due. Un calo drastico dovuto agli effetti dell’inchiesta e che potrebbe ulteriormente aggravarsi se Paolo Criscuoli, il consigliere autosospeso in quota Magistratura Indipendente, decidesse di seguire l’esempio dei suoi colleghi. Nessun cambiamento per Area, la corrente di sinistra, fin qui rimasta del tutto invariata.