Sprechi e lavori senza senso. Tre inchieste sulla metro C

di Angelo Perfetti

Sono tre le inchieste aperte sui lavori infiniti per la Metro C di Roma, ma stavolta la politica non c’entra. O meglio, non c’entrano i politici, nel senso che non si parla di mazzette o appalti di favore, ma c’entra la politica nel suo ruolo di controllo della cosa pubblica. A chiarirlo è il procuratore regionale del Lazio della Corte dei Conti, Angelo Raffaele de Dominicis, in merito all’azione dell’attuale amministrazione capitolina sui lavori della Metro C di Roma: “Seguiamo tre piste: io quello principale, la seconda è archeologica e la terza riguarda il finanziamento. La posizione di Marino è molto scomoda, molto complessa ma il professore ha agito bene, correttamente”. Assoluzione bipartisan: “Tutti gli amministratori locali, anche Alemanno – ha aggiunto il procuratore regionale del Lazio – hanno agito correttamente, è l’aspetto tecnico che non funziona, i politici non c’entrano nulla”. Già, non c’entrano nulla a livello giudiziario, ma non è forse compito della politica fornire i servizi ai cittadini e verificare che i lavori vadano avanti nei giusti tempi e nei giusti modi?

L’iter dei progetti
Il Procuratore ha spiegato che ‘’i progetti sono partiti in un modo nel 2005, nel 2006 si sono consolidati, nel 2007 si è aperto un conflitto, nel 2008 c’é stato un altro conflitto. Non posso dirvi di più perché è un processone. Vi dico che dal 2005 al 2008 sono state cambiate le cose. La dirigenza è sempre quella, tranne qualcuno che si è dimesso con Alemanno perché ha avuto paura, hanno sempre tentato di farla franca. La situazione non è facile, perché quando a monte non c’è un fatto penale preciso, noi dobbiamo trovare il cosiddetto ago nel pagliaio e non è facile’’. ‘’Ma già il fatto che se ne parli e che ci siano inchieste giudiziarie, e’ un fatto di giustizia, perché l’inchiesta ha anche una funzione monitoria e di controllo’’.
Ma se la responsabilità non è dei sindaci, di chi è? “Chi ha responsabilità – ha spiegato de Dominicis a margine del rendiconto generale della Corte dei Conti, sull’esercizio finanziario 2012 della Regione Lazio – è Roma Metropolitane, l’alter ego di Metro C cioè quella che rappresenta il contraddittorio ufficiale; e lì ci sono nomi e cognomi. Non vi posso dire di più perché poi subentra la riservatezza istruttoria’’.

Gli stipendi bloccati
Appena 48 ore fa l’ultima protesta dei lavoratori della metro C. I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil hanno occupato la sala del Carroccio in Campidoglio per protestare contro i mancati pagamenti. Il caso della metro C è spinoso: il Consorzio Metro C (che vede in Caltagirone l’uomo forte e che è composto da Astaldi, Vianini, Ccc, Ansaldo Sta, Cmb) ha già incassato circa il 92% dell’importo dell’appalto (3,5 miliardi) ma che, nonostante tutti gli accordi sottoscritti, non ha ancora provveduto a saldare le retribuzioni degli operai, ferme dal mese di agosto.

Lavori fermi
In una nota si legge che “nonostante le ampie rassicurazioni fornite dall’assessore Improta circa l’intero iter di competenza del Dipartimento trasporti in relazione all’ordine di pagamento, che è ora alla Ragioneria del Comune, i sindacati sono tornati ad occupare nuovamente la sala del Carroccio del Campidoglio”. In effetti già alla fine dello scorso mese di ottobre la tensione era arrivata alle stelle, con il blocco dei cantieri. Ma i lavoratori della Metro C di Roma tornarono a lavorare sulla scorta di rassicurazionui fornite sugli stipendi arretrati. E invece siamo punto e accapo, anche se va registrato il fatto che il Ragioniere generale del Comune di Roma Maurizio Salvi ha firmato proprio ieri sera il documento che sblocca circa 166 milioni di euro il pagamento degli stipendi arretrati dei lavoratori dei cantieri della metro C. Posto il visto di regolarità ora sarà attivata la procedura per la richiesta dell’erogazione del mutuo alla Cassa Depositi e Prestiti. Ci vorrà tempo…