Tanto rumore per nulla. Da Renzi le solite chiacchiere. A Porta a Porta rilancia il premierato già bocciato. E attacca ancora il Reddito di cittadinanza. Poi chiede a Conte un incontro

Tanto rumore per nulla. Chi si aspettava roboanti annunci, rotture o clamorose rivelazioni sarà rimasto deluso. Perché Matteo Renzi ieri sera a Porta a Porta, dopo aver caricato di aspettative la sua partecipazione al talk condotto da Bruno Vespa, non è andato oltre l’ennesimo penultimatum: piatto forte la proposta dell’elezione diretta del premier, rispolverando un pezzo della riforma costituzionale da lui scritta a quattro mani con Maria Elena Boschi e bocciata dagli italiani il 4 dicembre 2016. Contestualmente alle parole del leader su Ra1 partiva la richiesta delle firme online nel sito di Italia Viva per votare “il sindaco d’Italia”, una proposta che sostanzialmente mira ad “eleggere direttamente il Presidente del Consiglio dei ministri con una modifica costituzionale che ci auguriamo possa coinvolgere tutte le forze politiche. Perché le regole si scrivono insieme”.

Motivando la proposta di riforma Renzi spiega che “l’Italia non può restare ancora ferma bloccata dai litigi quotidiani dei partiti. E noi che siamo parte di questo spettacolo siamo i primi a riconoscerlo. Per questo proponiamo di cambiare”. E alla domanda del conduttore sul fatto che i suoi alleati vogliano buttarlo fuori dalla maggioranza l’ex premier ribatte: “Ci hanno provato. Non ce l’hanno fatta, ma ci hanno provato raccogliendo i senatori responsabili. Ma se lo vogliono fare, perché il Presidente del Consiglio o qualche suo collaboratore non ci vuole, è loro diritto provarci. La prossima volta farebbero meglio a riuscirci”, dice l’ex premier. Che conferma l’idea di sfiduciare Alfonso Bonafede. “Penso proprio che se non si troverà un accordo entro Pasqua sulla giustizia chiederemo la sfiducia individuale per il ministro della Giustizia”, dice Renzi.

Anche se si dice convinto che anche dopo l’eventuale cacciata del ministro della Giustizia il governo non cadra. E se cadrà, spiega, non si andrà a votare prima del 2021. ma non finisce qui, ne ha anche per il Presidente del Consiglio lancia un ultimatum. “Non ho nessun problema personale con Conte. Il problema del governo non l’abbiamo mai posto noi. Io non ho detto che toglievo la fiducia a Conte, non credo che la mia preoccupazione la mattina sia di togliere Conte. Certo è che questo governo deve verificare se va avanti o no. Se invece loro ci vogliono togliere, noi togliamo il disturbo. Se vuole fare il governo istituzionale sul modello del Nazareno inizi a cancellare il Reddito di cittadinanza che è stato un fallimento. E metta quei soldi nel taglio delle tasse alle aziende”.

Tirando in ballo la sfiducia al Guardasigilli e il reddito di cittadinanza, provvedimento simbolo del Movimento, il leader di Italia Viva non fa nulla per abbassare i toni che hanno contraddistinto l’ennesima giornata di fibrillazioni in maggioranza, con i suoi parlamentari che in commissione Giustizia alla Camera hanno votato con il centrodestra per evitare la bocciatura della legge del berlusconiano Costa che punta a cancellare il blocco della prescrizione. Salvo poi assicuarae che il suo partito oggi voterà la fiducia sul ddl Intercettazioni di oggi: “Non avrei mai votato il decreto intercettazioni che voteremo domani con la fiducia, lo voterò domani per carità di patria (oggi per chi legge, ndr)”.

E, tanto per non farsi mancare nulla, per l’ennesima volta ha attaccato il suo ex partito, reo di aver “inseguito i grillini” sulla via del giustizialismo: “Io non voglio morire grillino. Sono colpito dal modo in cui il Partito democratico ha inseguito i grillini”. “Noi siamo coerenti – ha ribadito il senatore di rigrnano sull’Arno – È il Pd che è diventato giustizialista e ha cambiato idea. Io penso che sulla giustizia si debba pensare ai 1028 italiani che ogni anno vengono arrestati da innocenti. Ma non è solo la giustizia c’è una sorta di populismo in tutto il governo”.

“La settimana prossima conto che possiamo mettere finalmente la parola ‘fine’ a questo teatrino” ha detto Renzi questa mattina, dopo aver presentato al Senato il piano di Italia viva per il Paese e aver ribadito le “condizioni” del suo partito per la permanenza al governo. “Col presidente del Consiglio – ha aggiunto l’ex rottamatore – ci siamo scambiati dei messaggi in questi giorni. Ieri dopo il mio intervento in Senato mi ha inviato un gentile messaggio. Penso che sia opportuno avere un chiarimento e ho chiesto di vederci la prossima settimana”. La risposta del premier arriva a stretto giro di posta: “Renzi mi ha chiesto un incontro e ho già risposto che sono ben disponibile, la mia porta è sempre stata aperta e sarà sempre aperta: sicuramente ci vedremo la settimana prossima”.