Terremoto nel Catanese. Scossa di magnitudo 4.8 alle falde dell’Etna. Crolli e 28 feriti non gravi. Circa 600 gli sfollati

Scossa di terremoto nel Catanese

Terremoto nel Catanese. Scossa di magnitudo 4.8 alle falde dell’Etna. Crolli e 28 feriti non gravi. Circa 600 gli sfollati

E’ stata di magnitudo 4.8 la forte scossa di terremoto registrata alle 3:19 di oggi a nord di Catania. Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a solo un chilometro di profondità ed epicentro vicino ai comuni di Viagrande e Trecastagni. Il bilancio è di numerosi crolli, avvenuti in sei comuni della zona etnea, e di 28 feriti lievi, tutti raggiunti e soccorsi. Circa 500 le richieste per controlli di stabilità e 600 le persone sfollate che saranno ospitate in strutture turistiche.

I Vigili del fuoco hanno segnalato danni strutturali e crolli, in corso di valutazione, nella zona di Acireale, Aci Santantonio, Zafferana Etnea. Nella zona sono stati inviati uomini dalla Calabria e squadre specializzate in ricerca e soccorso (Usar) e cinofili, la sala operativa nazionale ha disposto anche l’allertamento delle squadre di Lazio, Campania e Puglia.

Sei i comuni maggiormente colpiti: Zafferana Etnea, Acireale, Aci S. Antonio, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Santa Venerina. Il terremoto ha danneggiato anche la chiesa di Maria Santissima del Carmelo di Pennisi, frazione di Acireale. Crollati il campanile e la statua di Sant’Emidio, ritenuto il protettore dei terremoti. Il centro abitato più danneggiato è quello di Fleri, una frazione di Zafferana Etnea molto vicina all’epicentro, dove due persone sono state estratte dalle macerie di una palazzina crollata.

Un 80enne è stato estratto da soccorritori dalle macerie della sua abitazione dove il sisma lo ha sorpreso nel sonno ma ha riportato solo lievi contusioni alla testa. Lo stesso per un abitante di Pisano. A Zafferana Etnea una casa di riposo per anziani è stata abbandonata dagli ospiti. Danni anche a Santa Venerina e a Santa Maria La Stella e a Pennisi, frazione di Acireale, dove sei famiglie sono state sfollate per il crollo parziale di una palazzina.

In via precauzionale è stata sospesa per oltre 5 ore, dalle 3.20 e fino alle 8.50, la circolazione ferroviaria sulle linee Messina-Siracusa e Catania-Palermo. Chiuso al traffico anche un tratto dell’A18 Catania-Messina per la presenza di lesioni sospette sull’asfalto. Dopo le verifiche, intorno alle 18, è stato riaperto al traffico il casello di Acireale.

L’evento sismico di questa notte, ha riferito l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, si colloca nell’area etnea, a circa 2 chilometri a Nord di Viagrande e Trecastagni, nella provincia di Catania, e a Sud Est rispetto alle scosse che si sono verificate nei giorni precedenti sull’Etna. Il terremoto è avvenuto a 5-6 chilometri dalla costa ed è superficiale con una profondità stimata intorno a 1.2 chilometri.

L’ubicazione dell’evento, ha aggiunto l’Ingv, è molto simile a quella del terremoto del Catanese del 20 febbraio 1818. Dall’inizio dell’attività etnea (il 23 dicembre scorso), complessivamente nella zona sono avvenute oltre 70 scosse con magnitudo superiore a 2.5 (3 dopo il terremoto di questa notte), la maggior parte sono localizzate nelle vicinanze delle scosse di magnitudo fra 4.0 e 4.3 avvenute il 24 dicembre.

Il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, accompagnato da un team di esperti, si è recato in Sicilia per fare un punto della situazione sui danni provocati dallo sciame sismico. Dopo un sorvolo dell’area colpita, Borrelli ha incontrato le autorità locali presso la Prefettura di Catania per pianificare gli interventi di assistenza alla popolazione e di verifica dell’agibilità degli edifici.

“Sono in stretto contatto con la Protezione civile regionale, che si è subito attivata, e seguo costantemente il lavoro di ricognizione che si sta svolgendo nell’area etnea a seguito della forte scossa di terremoto di stamane”, afferma in una nota il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. “Stiamo monitorando la situazione in tutti gli ospedali – ha aggiunto il governatore -, ma dai primi accertamenti non risultano danni alle persone, tranne alcune decine di contusi, ma soltanto ad alcuni fabbricati nella zona dell’epicentro e in quelle limitrofe. La Regione partecipa al tavolo di crisi che è stato convocato in Prefettura. Attendo l’assestamento delle operazioni per andare a fare visita ai luoghi. Siamo vicini alle comunità colpite e vogliamo ringraziare tutte le forze di Pronto intervento e i volontari che già nell’immediatezza del sisma si sono attivate per prestare assistenza alla popolazione”.

“Ho sentito telefonicamente – ha aggiunto Musumeci – il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti e il prefetto di Catania Claudio Sammartino. Sui luoghi ci sono gli assessori alla Salute Ruggero Razza e alle Infrastrutture Marco Falcone. La macchina regionale si è subito attivata, ma c’è comunque la necessità di stare allerta per il protrarsi dell’attività sismica e, in ogni caso, pronti a ogni eventualità”. La Regione, dopo la riunione che si è conclusa in prefettura a Catania, coordinerà un tavolo per valutare l’ospitalità alberghiera e in altre strutture degli sfollati e nel contempo sta approvvigionando cento tende da campeggio per eventuali necessità.