Test sui detenuti in Abruzzo. Ecco il nuovo corso sovranista. Iniziativa stile Arancia Meccanica a Chieti. Stimoli per verificare l’aggressività in carcere

In Abruzzo si fanno esperimenti sui detenuti? Se lo chiede Maurizio Acerbo, segretario Rifondazione comunista, alla luce delle scelte fatte dal garante dei detenuti scelto dalla giunta sovranista di Marco Marsilio. Un’iniziativa che sembra richiamare le scene di Arancia meccanica di Stanley Kubrick, dove l’incallito criminale Alex è sottoposto a un trattamento che lo priva della reazione agli stimoli, lasciandolo indifeso. E’ infatti un progetto proprio sugli stimoli quello dedicato ai detenuti del carcere di Chieti, messo a punto dal garante Gianmarco Cifaldi, docente dell’università D’Annunzio Chieti-Pescara, che ha sottoscritto un protocollo con il rettore della D’Annunzio, Sergio Caputi, e il direttore del carcere teatino, Franco Pettinelli.

Verrà effettuata una ricerca per verificare i presupposti di un comportamento deviante mediante una metodica di stimolo-risposta, viene spiegato in burocratese, attraverso una strumentazione non invasiva per verificare il grado di aggressività del detenuto. “L’attività che si vuole portare in carcere è l’opposto di quello che è stato detto. Hanno creato un polverone”, prova a giustificarsi Cifaldi. Si oppone sconcertato invece Acerbo, autore della legge che nel 2011 ha istituito, in Abruzzo, il Garante. L’ex parlamentare non nasconde incredulità e indignazione: “Potevamo avere Rita Bernardini e invece ci ritroviamo un imitatore di Lombroso”.

Eletto 6 mesi fa, a maggioranza qualificata del consiglio regionale (23 consiglieri su 29, 5 schede bianche del Pd), il garante delle persone sottoposte a misure restrittive replica: “Ho attivato da quest’anno l’iscrizione ai corsi universitari per i detenuti che non pagano e ho stimolato degli incontri per far frequentare ai ristretti i corsi universitari e mandare i colleghi a fare lezione sui vari temi. Perché l’equazione virtuosa è che più sei acculturato meno delinqui. Questo a testimonianza della particolare attenzione che non è la ricerca lombrosiana, anche se l’indicazione non mi dispiace. Ringrazio Acerbo”.

Un botta e risposta insomma tra il professore e il politico. “Siamo di fronte alla palese distorsione del ruolo del garante che non è quello di retribuire un professore già stipendiato dall’università per emulare Lombroso. Mi sembra una situazione evidente di conflitto d’interessi – sostiene Acerbo – si dimetta e poi presenti a un nuovo garante le sue proposte di sperimentazione”. Controbatte il professore: “A malapena mi ripago con i rimborsi, io lo faccio perché ci credo”. E con gli stanziamenti in Finanziaria regionale quest’anno Cifaldi potrà disporre dei primi due assistenti. “Tra i compiti che la legge affida al garante dei detenuti non ci sono quelli di trasformarli in cavie – insiste Acerbo – i consiglieri regionali intervengano. I detenuti hanno tanti problemi, ora devono pure subire gli esperimenti del garante”. Cifaldi, contattato da La Notizia, spiega che i detenuti saranno volontari. Ma i dubbi sull’esperimento sovranista restano tutti.