Un’ordinanza al giorno manda l’Abruzzo in tilt. Il governatore Marsilio ha già varato 57 provvedimenti. Molti dei quali in contrasto tra loro

Abruzzo fabbrica delle ordinanze con l’irrefrenabile presidente della Regione, Marco Marsilio, che sta per raggiungere la fatidica soglia dei sessanta atti prodotti dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Un caos assoluto che mette a dura prova la popolazione vincolata ai singolari diktat del governatore sovranista. Sproporzionati a confronto con altre Regioni: in coda e a debita distanza troviamo Toscana e Campania, ma con popolazioni più numerose.

Quelli forgiati per gli abruzzesi sono dei veri e propri rompicapo e dopo che Panorama li ha eletti tra i più rispettosi dei provvedimenti della campagna #iorestoacasa, Marsilio sembra fare di tutto per mettere in discussione il buon esito della ricerca. Dovrebbero chiarire, ma in questa seconda fase di emergenza Covid19 le ordinanze del centrodestra gettano nello sconforto quei pochi che tentano di rispettarle. In molti casi, per non sbagliare, non si muove foglia e non riaprono nemmeno le attività che potrebbero. Marsilio sembra averci preso gusto. Tenere i ritmi del governatore di Fratelli d’Italia per le ordinanze sta diventando tragicomico. Difficili da recuperare i testi, c’è chi fa a gara a scovarli: dai banchi virtuali dell’opposizione, in Consiglio regionale, quelli reperiti sono già pezzi da collezione: “Valgono doppio le stesse ordinanze con diverse versioni”. Esasperati dalle novità sovraniste commerciati, artigiani, imprenditori, lavoratori e casalinghe chiedono all’unisono: “Che dobbiamo fare!”.

Giusto per capire, l’ordinanza numero 50 del 30 aprile è prodotta in ‘versione social’ diversa da quella pubblicata. La 56esima disciplina le riaperture controllate di negozi e fiorai per la festa della mamma e le feste patronali, previsioni già indicate, cancellate e poi rivisitate in altre ordinanze. Ieri la n. 57 ha fatto irritare pure gli ambientalisti perché dispone ‘stranamente’ sulla caccia di selezione e raccolta funghi e tartufi. Un altro testo è stato vergato in piena notte per riparare agli errori di un’altra ordinanza (la 51). Sono piovute dal cielo la 51 e 52 ancora sulla deroga per le feste patronali, dalla 53 in poi, ad intricare la selva oscura di provvedimenti, si sono aggiunti gli atti dei sindaci.

Sempre più confusi sino ad arrivare alla n. 54 del 3 maggio per regolare il rientro dei corregionali e, ancora insoddisfatto, Marsilio ci dà giù, in questi ultimi due giorni, sfornando altre 4 ordinanze. “Difficile non entrare in confusione. Certi Comuni a mala pena riescono a stare dietro ai compiti istituzionali – interviene Simonetta De Felicis, capogruppo consiliare di minoranza a Lucoli (L’Aquila). Il rischio è di creare occasioni di contagio. Gli abruzzesi vorrebbero conoscere la situazione e sapere l’attuale indice di contagiosità (R0). Per accedere alle informazioni si deve fare lo slalom anche on line. Nei centri di montagna con le difficoltà ad accedere ad Internet i problemi diventano davvero troppi – conclude De Felicis -. Ci chiediamo se la Regione stia operando con buonsenso e con precauzione”. Subissando gli abruzzesi di ordinanze il governatore sovranista è entrato di diritto nel libro dei record. E mentre ci accingiamo a pubblicare questo suo singolare primato potremmo non fare in tempo a festeggiare la sessantesima ordinanza.