Via libera da Regioni ed Enti locali alle linee guida del Governo per il rientro a scuola da settembre. Bonaccini: “Sarà il primo segnale di un Paese che riparte davvero”

Le Regioni e gli Enti Locali hanno dato il via libera alle nuove linee guida, sostenute dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, per il rientro a Scuola da settembre. “Un ottimo risultato”, ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, e “le Regioni hanno avuto un ruolo determinante nella costruzione di un Piano Scuola 2020-2021 che rispondesse il più possibile alle diverse esigenze dei docenti e dei dirigenti scolastici, degli studenti e degli enti locali”. “Voglio anche ringraziare la ministra Azzolina – ha aggiunto il governatore emiliano -, per la disponibilità al confronto. Abbiano lavorato molto su questo testo nella consapevolezza che la riapertura delle scuole sia il primo segnale di un Paese che riparte davvero”.

“Ora il testo è notevolmente migliorato – ha detto ancora Bonaccini – grazie proprio al contributo e al pragmatismo degli assessori all’istruzione delle Regioni che fino all’ultimo hanno avuto una interlocuzione costante con il ministero. Quella di oggi rappresenta un’ulteriore risposta ai detrattori della concertazione istituzionale. Al Governo abbiamo ribadito tre questioni politiche fondamentali. Prima di tutto servono risorse adeguate per realizzare le soluzioni organizzative e didattiche previste dal Piano e per questo occorre incrementare il fondo previsto si almeno un miliardo di euro, su cui peraltro abbiano avuto precise rassicurazioni dal Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina”.

“Occorre poi – ha detto ancora Bonaccini – un aumento netto di organico docente e Ata. Occorre prevedere infatti un adeguato incremento finalizzato a garantire il recupero dei tagli operati sui posti comuni dei docenti sull’organico 2020-2021, per riportarli ai livelli dell’anno scolastico in corso, preservando l’organico già autorizzato, nonché un aumento temporaneo dei contingenti, per realizzare un rafforzamento di ‘organico per l’emergenza’, che permetta di affrontare al meglio il delicato anno scolastico alle porte. Terza questione: bisogna attivare urgentemente un tavolo di confronto Governo-Regioni, sulla questione dei trasporti, sia da un punto di vista economico che di organizzazione del servizio”.

“Ora il Piano scuola 2020-2021 ha gambe per camminare davvero, per questo motivo abbiamo insistito nella richiesta di risorse adeguate per realizzare gli obiettivi previsti. Prima di tutto occorre annullare le riduzioni di organico docente rispetto al corrente anno scolastico”, ha rimarcato l’assessore della Regione Toscana e coordinatrice della Commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco, sottolineando anche “l’esigenza di intervenire sull’edilizia scolastica, sul sistema integrato pubblico-privato dei servizi educativi per la prima infanzia e delle scuole dell’infanzia e sul sostegno ai percorsi del sistema della Istruzione e Formazione professionale anche in relazione alle opere di sanificazione”.

Quanto poi agli aumenti dell’organico, Grieco ha ribadito l’urgenza di “mettere le scuole in condizione di adottare le misure che le stesse linee guida prevedono, realizzando anche un rafforzamento dell’organico per l’emergenza”. Così come è necessario garantire per l’anno scolastico 2020-2021 almeno lo stesso numero di autonomie scolastiche (con dirigenti e DSGA) dell’anno scolastico in corso. Inoltre “tutti gli interventi straordinari che si rendessero necessari per criticità emerse in vista dell’avvio dell’anno scolastico, e che non siano già previsti, dovranno trovare copertura finanziaria con risorse dello Stato.

“Per quanto riguarda l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e per gli insegnanti – ha spiegato Grieco -, abbiamo chiesto che il Comitato Tecnico Scientifico si pronunci almeno 2 settimane prima dell’inizio delle scuole (in relazione alla situazione epidemiologica) circa la obbligatorietà delle mascherine all’interno dell’aula e/o negli spostamenti e nella permanenza nei locali comuni. Abbiamo poi chiesto di sostenere le autonomie scolastiche, tenuto conto delle diverse condizioni e criticità di ciascuna, nella costruzione delle collaborazioni con i diversi attori territoriali che possono concorrere all’arricchimento dell’offerta educativa. Bisogna poi rafforzare l’alleanza scuola-famiglia attraverso un aggiornamento del ‘Patto Educativo di Corresponsabilità’ che potrà essere ricalibrato in una forma maggiormente rispondente alle esigenze dell’emergenza”.

Rispetto ai servizi educativi per la prima infanzia, ha aggiunto l’assessore regionale toscano, “occorre tener presente la necessità del contatto fisico che contraddistingue la relazione dei bambini col gruppo dei pari e degli adulti di riferimento. Per questo occorre pensare a modalità organizzative che tengano conto dell’impossibilità di effettuare il distanziamento fisico se non tra il gruppo di adulti, prevedendo protocolli di funzionamento dei servizi per l’accesso quotidiano, le modalità di accompagnamento e di ritiro dei bambini, e per l’igienizzazione degli ambienti, delle superfici, dei materiali. Abbiamo infine richiamato l’attenzione sulla refezione scolastica, puntando sull’esigenza di modalità che garantiscano la qualità del servizio e tengano conto anche della salvaguardia dei posti di lavoro”.

“Il governo ha lavorato già da tempo per permettere ai nostri studenti di rientrare a scuola già a settembre. Ci siamo predisposti per tornare in classe in massima sicurezza il 14 settembre. Il governo da tempo ha lavorato coinvolgendo tutto il mondo dell’istruzione. Ci siamo predisposti, con le linee guida, per ritornare in sicurezza a settembre”. E’ quanto ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi a proposito del via libera alle linee guida per il rientro a scuola in sicurezza.

“Chiudere le scuole – ha detto ancora il presidente del Consiglio – è stata una scelta molto sofferta, che nessuno pensi che il governo l’abbia presa a cuor leggero. Abbiamo un ulteriore miliardo che stanziamo per ulteriori investimenti sulla scuola, che ci dovrà consentire di avere una scuola più moderna, sicura e inclusiva. E nel Recovery Fund un importante capitolo sarà dedicato proprio agli interventi sulla scuola”.

“Siamo consapevoli – ha aggiunto Conte – che non eravamo preparati per una didattica a distanza in piena efficienza. Siamo consapevoli anche degli sforzi delle famiglie ma la scuola è al centro dell’azione di governo. Nel dl rilancio abbiamo stanziato già un miliardo. Ricordo che dall’inizio dell’anno abbiamo stanziato quasi 2 miliardi per l’edilizia scolastica, che abbiamo in buona parte sbloccato”.

“La didattica a distanza ci ha permesso di andare avanti con l’insegnamento – ha aggiunto il premier -, con la formazione dei nostri studenti anche durante il periodo del lockdown. Però siamo anche consapevoli che è stata una questione di necessità. Siamo intervenuti subito e abbiamo stanziato risorse per molti studenti che non avevano la possibilità di tablet, pc e connessioni internet. Vogliamo classi meno affollate. Le cosiddette classi pollaio a me non piacciono affatto, non le tolleriamo più.