Voto di scambio, 25 arresti a Trapani. C’è anche un ex deputato regionale del Pd. Scoperta per la prima volta una “cellula” di Cosa nostra nell’isola di Favignana

I Carabinieri di Trapani hanno arrestato 25 persone ritenute appartenenti o vicine a Cosa Nostra

I Carabinieri del Comando provinciale di Trapani hanno arrestato 25 persone ritenute appartenenti o vicine a Cosa Nostra. Nei confronti degli indagati il gip del Tribunale di Palermo ha emesso una ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, danneggiamento. L’operazione avrebbe consentito di disarticolare il mandamento mafioso di Trapani e avrebbe permesso, per la prima volta, di fare luce anche su Cosa Nostra di Favignana.

Tra i destinatari dell’ordinanza ci sono quelli che gli inquirenti ritengono essere i vertici del mandamento – i fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo, della famiglia mafiosa di Paceco – ed esponenti della famiglia mafiosa di Marsala. Tra gli arrestati figurano anche esponenti politici locali, che – scrivono gli inquirenti – si sarebbero “offerti ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale”. Si tratta dell’ex deputato regionale del Pd Paolo Ruggirello, dell’ex assessore comunale di Trapani e candidata alle elezioni regionali del 2017, Ivana Inferrera, e dell’ex consigliere comunale di Erice, Giovanni Maltese.

“Le indagini – scrivono i carabinieri – hanno permesso di registrare interferenze dell’organizzazione mafiosa nelle diverse competizioni elettorali; in alcuni casi persino la gestione diretta del rapporto con i candidati, attraverso l’attivazione della rete di contatti del circuito mafioso e l’acquisto di voti a seguito di accordi illeciti”. Inoltre “la particolarità che emerge – scrivono gli investigatori – e’ data dal fatto che sono proprio i rappresentanti locali della politica che si offrono ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale, così come fatto dal consigliere comunale Giovanni Maltese”.

La candidata alle elezioni regionali Ivana Inferrera, e il marito Antonino D’Aguanno avrebbero accettato, spiegano gli investigatori “la promessa di procurare voti, mediante le modalità mafiose, da parte dei fratelli Virga, in cambio di somme di denaro con le quali acquistare le preferenze e promesse di assunzione di manodopera”. Anche l’ex deputato regionale Ruggirello si sarebbe rivolto “in distinte occasioni”, sottolineano i Carabinieri, “a esponenti dell’associazione mafiosa”, per “ottenere supporto elettorale in occasioni delle consultazioni regionali del 2017 e nazionali del marzo 2018”.