Zingaretti blinda Conte. Ma spinge per attivare il Mes. Il segretario Pd riunisce la direzione del partito. Giura lealtà al Governo e chiede un salto di qualità

Il Pd ribadisce la sua lealtà nei confronti dell’attuale governo e del premier ma nello stesso tempo tiene il punto. Serve una svolta, c’è la necessità di un cronoprogramma, con idee e obiettivi chiari. Mai come ieri era attesa la relazione di Nicola Zingaretti nella direzione dem. Gli ultimi giorni sono stati segnati dalle dure prese di posizione di tutto lo stato maggiore del Pd nei confronti del premier e della sua iniziativa sugli Stati generali dell’economia. Nel mirino ci sarebbe stato l’eccessivo protagonismo di Giuseppe Conte per un’iniziativa che, a detta dei dem, non può non richiedere massima condivisione e certezza su tempi e modalità. Al punto che sembravano essersi invertiti i tradizionali ruoli di picconatori tra Pd e Italia viva.

“Lo scenario pretende scelte nuove e una decisiva svolta da svolgere con gli alleati, questo è il cuore del confronto con Conte in queste ore e che continuerà nelle prossime settimane, nessuna contrapposizione ma la necessità per tutti di un salto di qualità necessario”, dice a chiare lettere Zingaretti. Che non fa mistero delle tensioni con i compagni di viaggio. “So quante difficoltà abbiamo dovuto affrontare nel rapporto con gli alleati, soprattutto con i Cinque Stelle. Restano temi spinosi in cui le posizioni rimangono lontane come la giustizia e un certo fondamentalismo su temi come l’economia ma nel governo è prevalso un approccio nuovo e certe barriere si sono incrinate, noi abbiamo fatto prevalere il rapporto con l’Ue, in quella sede ci siamo presentati uniti. La coalizione di governo attuale è la sola che può stare in piedi. Non vedo alternative”.

Ma nello stesso tempo il segretario, dicevamo, tiene il punto. Sugli Stati generali: “Diciamo bene ma attenzione al rigore, al rispetto di tempi certi, diciamo attenzione perché ora l’Ue chiede a noi rigore e piani seri, non possiamo sbagliare e quindi chiediamo la collaborazione sincera a tutti”. Chiede di fare in fretta sui dossier che incalzano. “Servono risposte urgenti alle crisi industriali, come Mittal e Alitalia, e decreti come semplificazioni, sicurezza e provvedimenti urgentissimi nel campo della giustizia. Siamo a un momento cruciale in cui si giocano i destini della legislatura e il futuro dell’Italia. Sono fiducioso e dobbiamo chiamare il paese a ricostruire la fiducia”. E sulle riforme che il Paese aspetta: per realizzarle c’è la dote in arrivo dall’Europa. Una dote importante che dev’essere però giustificata.

“Ora sono disponibili grandi risorse e dobbiamo impegnarle su indirizzi chiari, anche l’Ue ci ha indicato alcune priorità, e dobbiamo colmare ritardi strategici sulla conoscenza, la formazione, la ricerca, coordinare le politiche industriali, favorire lo sviluppo dell’economia green, una riforma fiscale che alleggerisca il ceto medio, una semplificazione drastica delle procedure e favorire che una nuova generazione entri nella pubblica amministrazione”. Prioritaria diventa “la lotta alle disuguaglianze sociali”. E la battaglia alle rendite. Il sostegno al reddito per chi non ce la fa “non deve essere assolutamente permanente, ma un ponte transitorio per entrare nel mercato del lavoro”.

Conferma, pur sapendo che il tema continua a essere una patata bollente per il M5S, l’utilità del Mes. Anzi invita a uscire da “diatribe ideologiche”: “Non voglio banalizzare – spiega Zingaretti – o rimuovere timori e contrarietà degli alleati di governo, ma dico che è cambiato tutto e ora rappresenta una straordinaria leva per la sanità italiana”. E, contemporaneamente, a quegli stessi alleati si rivolge in vista delle prossime elezioni: “Non ostacolate nei territori le alleanze che si potrebbero creare, l’obiettivo è battere le destre”.