Cosa riapre dal 26 aprile al 3 maggio: il calendario del ritorno della zona gialla

Il governo Draghi pensa di procedere con il piano di riaperture e il ritorno della zona gialla con un calendario dal 26 aprile al 3 maggio

Cosa riapre dal 26 aprile al 3 maggio: il calendario del ritorno della zona gialla

Il governo Draghi pensa di procedere con il piano di riaperture e con il ritorno della zona gialla con un calendario che andrà dal 26 aprile al 3 maggio. La prima data, quella del 26 aprile, servirà per “dare un segnale”. La seconda per far entrare in vigore le regole per la riapertura di bar e ristoranti, prima soltanto a pranzo e poi a cena. A giugno si pensa di poter togliere il divieto di spostamento tra regioni in zona gialla, arancione e rossa. E in autunno si potrebbe cominciare a immaginare la fine delle restrizioni. Se il piano vaccinale sarà a buon punto.

AGGIORNAMENTO ORE 15,05: Ritorno della zona gialla a partire dal 26 aprile nelle aree in cui i dati epidemiologici lo consentiranno. È quanto avrebbe deciso la cabina di regia che si è riunita a palazzo Chigi. Sempre dal 26 aprile sarà possibile, nelle zone gialle e arancioni, il ritorno a scuola in presenza degli studenti sia delle scuole che delle università. Dal 26 aprile teatri, cinema e spettacoli dovrebbero tornare a essere consentiti all’aperto. “Il 26 aprile è la data chiave in cui ripristiniamo le zone gialle, investendo sugli spazi aperti. Poi una road map accompagnerà le riaperture: il primo giugno alcune attività sportive, il primo luglio le attività fieristiche”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza.

I dettagli della decisione: Dal 26 aprile 2021 la zona gialla rafforzata. Ma sulle riaperture vince la Lega

L’agenzia di stampa ANSA precisa che a maggio i ristoranti potranno lavorare solo all’aperto ma, se le cose andranno bene, dal primo giugno anche al chiuso. Sarebbe questo l’orientamento della Cabina di Regia sulle graduali riaperture delle attività di ristorazione.

Cosa riapre dal 26 aprile al 3 maggio

Il presidente del Consiglio Mario Draghi oggi in conferenza stampa comincerà ad annunciare il piano per le riaperture. Che passa necessariamente per un decreto legge, che potrebbe essere varato proprio quel 26 aprile che sta diventando una data totem per la maggioranza. Repubblica spiega oggi che il primo segnale potrebbe arrivare già il 26 aprile, perché è allo studio in queste ore un cauto allentamento, ancora però da confermare: quello di tenere aperte alcune attività commerciali in zona rossa, dove per adesso i negozi sono chiusi.

Ma la svolta è in agenda a inizio maggio (se il primo o il tre del mese è oggetto di un duello nella maggioranza). Di certo riapriranno tutte le scuole di ogni ordine e grado, anche in area rossa. E torneranno le zone gialle. Questo comporterà che anche i cinema e i teatri potrebbero tornare accessibili al pubblico – ovviamente garantendo protocolli di sicurezza a cui lavora il ministro Dario Franceschini – visto che l’ultimo dpcm prevedeva appunto questa possibilità.

In “giallo” potrà anche riprendere il servizio dei bar, forse anticipando la loro chiusura dalle 18 alle 16. E, soprattutto, riprenderanno a lavorare i ristoranti a pranzo. I governatori e la Lega, in realtà, chiedono di farli ripartire fin da metà aprile e anche di sera, dove il contagio è basso. Ma è proprio su questo nodo che dovrebbe consumarsi lo scontro più duro, perché lasciare queste attività aperte di sera comporterebbe un allungamento dell’orario del coprifuoco.

Il calendario e il cronoprogramma dal 26 aprile al 3 maggio per il ritorno della zona gialla

Il governo procederà  per gradi. Per questo, si studia in queste ore una soluzione intermedia che non scontenti troppo le Regioni, e a cui lavora anche la ministra Maria Stella Gelmini. L’idea è fissare un secondo step delle riaperture per il 17 maggio. Consentendo la mobilità tra Regioni. Riaprendo dove possibile bar, ristoranti e pub anche la sera, ma a condizione di servire ai tavoli e all’aperto. Il problema è che per farlo si dovrebbe mettere mano al divieto di circolazione fissato per il momento alle 22: potrebbe essere posticipato alle 24.

L’altra ipotesi è aprire per metà maggio i ristoranti anche in zona arancione, ma solo a pranzo e soltanto all’aperto. La ripresa definitiva di ogni attività si avrà a inizio giugno. Forse il 7, in coincidenza con lo stop delle lezioni in molte regioni. L’obiettivo è approfittare della fine della mobilità legata alla scuola per riaprire tutto, o quasi. E quindi le palestre e le piscine, anche se per questi settori è possibile che già a maggio possa verificarsi un allentamento.

Intanto le Regioni propongono le regole per far ripartire il Paese, anche nelle zone rosse. E ora le linee guida per la riapertura delle attività, lanciate dai governatori, andranno al vaglio del Comitato Tecnico Scientifico e infine dell’Esecutivo. Ma già nelle prossime ore, nel corso della cabina di regia del Governo, si discuteranno i dati settimanali del contagio in vista dell’adozione delle nuove misure a maggio e della scadenza del decreto del 30 aprile.

26 aprile: quali regioni hanno oggi i numeri da zona gialla?

Non entreranno lunedì prossimo in fascia gialla, perché come noto è stata sospesa fino a fine mese, ma sono ben 16, stando al monitoraggio della cabina di regia messo a punto oggi, le Regioni che hanno numeri da giallo, e che quindi possono ambire, ovviamente improvvisi peggioramenti permettendo, alla zona gialla “rinforzata” a partire dal 26 aprile, con i ristoranti aperti la sera e la ripartenza di sport e spettacolo.

Si tratta delle Regioni con indice Rt non superiore a 1, con una classificazione complessiva del rischio bassa o moderata e uno scenario di trasmissione 1 (dove 3 è quello più grave, da rosso). Sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Toscana, Umbria e Veneto. In zona rossa rimangono in base al monitoraggio Puglia, Val d’Aosta e Sardegna, mentre hanno ancora numeri da arancione Calabria e Sicilia.

Zona gialla: le regole per le riaperture dal 26 aprile fino a giugno

Con l’Italia in gran parte arancione, a rischiare la zona rossa potrebbe essere la Sicilia. Che si aggiungerebbe così a Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta nell’area delle misure più restrittive. La Campania, invece, spera nella ‘promozione’ in arancio. Aldilà delle zone, il tema al centro del dibattito riguarda le misure di carattere nazionale. A chiederne un calendario sono tutte le forze politiche, che però hanno diversi pareri sulle modalità di intervento. Per la Lega “se i dati sono da zona gialla in alcune Regioni” bisognerebbe “allentare un po’ le restrizioni”.

E anche se Draghi non ha escluso che qualche apertura venga anticipata già entro la fine del mese (l’ipotesi è il 26 aprile), i più rigoristi frenano. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, annuncia però un percorso: “Dobbiamo ascoltare il grido d’allarme dei medici che non possono essere lasciati solo in trincea – dice alla Camera – . Bisogna essere tempestivi nelle chiusure quando serve e abbiamo il dovere di costruire una road map per l’allentamento delle misure sempre approvate all’unanimità dal Cdm”.

Per il ministro “ci sono le condizioni per guardare con fiducia alla fase che si sta aprendo” e “per raccogliere i primi concreti risultati del lavoro che svolgiamo da mesi grazie alle vaccinazioni”. Anche per il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, “ci sono condizioni per pianificare una serie di riaperture. Dobbiamo pensare a un piano con date certe e scadenze, per dare modo di organizzarsi alle attività che hanno bisogno di più tempo per farlo, come nel caso del turismo.

Ad esempio, agli albergatori dobbiamo dire già oggi che magari da giugno possono mettere in moto la macchina”. Parole che sono una sponda per il presidente della Conferenza delle Regioni: “è fondamentale che le istituzioni si muovano di pari passo con i cittadini, superando gradualmente la fase dei divieti e introducendo una nuova stagione di riaperture accompagnate da regole per evitare nuove impennate nella curva dei contagi”, dice Massimiliano Fedriga.