A chi poteva affidare il Pd il compito di illustrare le ragioni del no del partito di Nicola Zingaretti al taglio dei parlamentari se non al tesoriere Luigi Zanda (nella foto)? Sì, proprio, lui. Lo stesso Zanda già autore del ddl per la reintroduzione del finanziamento pubblico ai partiti e di quello per equiparare il trattamento economico di deputati e senatori a quello previsto per i parlamentari europei (poi ritirato, ma poi di nuovo annunciato). “Confondere consapevolmente il costo della mala-politica con le necessità economiche vitali per la sopravvivenza di tutte le democrazie, non è solo una grande falsità, è anche cosa politicamente molto volgare – spiega -. Non sarà certo la riduzione del numero dei senatori e dei deputati che riuscirà a salvare una democrazia malata come la nostra”.
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