Sono pazzi. In mezzo alla pandemia spunta chi propone un referendum per il Mes. La proposta in un Ddl di Nencini (Iv-Psi)

Premessa che potrebbe sembrare banale, ma banale non è: Italia Viva è parte integrante della maggioranza di governo, all’interno dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ci sono sottosegretari e finanche ministri appartenente alla scuderia di Matteo Renzi. Tutto è lecito, per carità. Anche essere critici con i propri colleghi di maggioranza, ma arrivare a proporre un qualcosa che evidentemente va contro quanto professato dal presidente del Consiglio che pure si appoggia (o si dice di farlo), lascia quantomeno allibiti. Sarebbe curioso sapere cosa abbia pensato Giuseppe Conte in persona quando ha visto che il senatore Riccardo Nencini, senatore (socialista) del gruppo Iv-Psi, ha proposto un disegno di legge costituzionale “per l’indizione di un referendum di indirizzo per l’accesso al Meccanismo europeo di stabilità (MES)”. Lo stesso Meccanismo su cui Conte ha chiaramente posto un veto secco.

LA PROPOSTA. Si dirà: assolutamente legittimo coinvolgere i cittadini in una decisione così delicata. Verissimo. Ma è altrettanto vero che, leggendo la relazione tecnica che accompagna il ddl, emerge più di un dubbio sulla direzione che Iv vorrebbe prendesse il potenziale voto referendario. Secondo Nencini, infatti, i vari strumenti pure a disposizione dei Paesi Ue – dal Recovery Plan al Sure – “non saranno fruibili dai singoli Paesi in tempi rapidi”; pertanto è, secondo il senatore, “opportuno rivolgere innanzitutto l’attenzione al MES, un meccanismo già perfezionato e di immediata attivazione, a condizioni favorevoli e con l’unico vincolo della destinazione delle risorse alle spese sanitarie sia di tipo diretto che indiretto”.

Non proprio l’atteggiamento di chi vuole restare neutro cedendo la parola agli elettori. Anzi, per Nencini, è “doveroso” che gli elettori “vengano messi nella condizione di pronunciarsi su questa opportunità”, mediante un referendum nel quale agli italiani venga chiesto “in modo chiaro se intendono o meno beneficiare di questa opzione di finanziamento per rafforzare le strutture sanitarie, a livello territoriale e centrale, rivelatesi fondamentali nell’inedito panorama della pandemia globale”. Difficile che, così posta, un referendum di questa portata possa ottenere parere contrario.

Peccato, però, che Nencini svicoli dall’attenzione alle condizioni di prestito che, seppure calmierate, resteranno per chiunque dovesse o volesse attivare il Fondo Salva-Stati. E qui la domanda dell’eventuale referendum: “Ritenete voi che si debba accedere al Meccanismo europeo di stabilità (MES) per il finanziamento delle spese sanitarie dirette e indirette?”. Lo completiamo noi per il senatore: “… esponendosi così a un prestito con interessi che il nostro Paese sarà obbligato a versare negli anni futuri?”. Forse impostarlo in questo modo porterebbe ad esiti lievemente diversi.