L'Editoriale

Conte e l’elemosina di Draghi

Giuseppe Conte pagherà il prezzo di una legge elettorale diabolica, pensata per far vincere le ammucchiate instabili.

Conte e l’elemosina di Draghi

Mentre la Meloni rilascia interviste alla stampa estera come se fosse già premier, chi dovrebbe contrastarla con la coalizione di sinistra continua a esibirsi nelle nuove e più esilaranti puntate di “Oggi le comiche”. Letta che insegue Fratoianni, Calenda che insulta Bonelli, Di Maio che cerca spazio con Tabacci… mancano solo Stanlio e Ollio.

Così le destre se la ridono, nonostante siano ugualmente divise e rissose, anche perché possono contare su una copertura di tv e giornali che minimizza i colpi bassi tra Fratelli d’Italia e Lega – in attesa di quelli da codice penale se toccherà a loro Palazzo Chigi – mentre le botte a sinistra non hanno bisogno di essere enfatizzate, tanto sono sconcertanti e plateali.

Chi può accendere un cero alla Madonna per essere riuscito a restare fuori da una tale caciara è Giuseppe Conte, che pagherà il prezzo di una legge elettorale diabolica, pensata per far vincere le ammucchiate instabili, ma perlomeno può presentarsi agli italiani con un bel bagaglio di cose fatte e una proposta seria sulle nuove cose da fare.

Un assist in questo senso gliel’ha fatto Draghi, che con il Decreto aiuti bis definito “straordinario” ha messo in tasca ai lavoratori appena cento euro lorde in sei mesi, cioè un’elemosina. In questo modo diventa chiaro – anche di fronte alle menzogne dei mezzi d’informazione – cosa vuol dire stare davvero dalla parte delle famiglie e delle imprese, al contrario di chi ha adottato l’agenda Draghi (a sinistra) o gli si è inginocchiato (a destra), prima di dargli un calcio e farlo cadere.