Crescita da zero virgola per l’Italia e coi dazi crolla pure il Pil degli Usa

Il Fondo monetario internazionale taglia le stime sulla crescita dell'Italia (+0,4%), ma anche per gli Usa, a causa dei dazi.

Crescita da zero virgola per l’Italia e coi dazi crolla pure il Pil degli Usa

L’Italia si schiaccia sulle posizioni di Donald Trump, ma intanto paga – come tutti – le conseguenze delle scelte del presidente Usa. E lo fa anche sul versante della crescita, come testimonia l’ultimo World economic outlook del Fondo monetario internazionale: i dazi non lasciano scampo a (quasi) nessuno e portano un taglio delle stime del Pil. Poche le eccezioni e tra queste non c’è l’Italia. Il governo ha parlato dei dazi come occasione, ma per ora l’unico risultato è una crescita sempre più vicina allo zero. L’impatto dello scontro commerciale si farà sentire su tutte le regioni mondiali, peraltro con un processo di disinflazione che ora procede a rilento.

Doccia gelata per la crescita italiana

Partiamo dall’Italia: il Pil del 2025 viene rivisto al ribasso, sarà dello 0,4%, ovvero 0,3 punti percentuali meno rispetto alle precedenti previsioni di gennaio. Poi, nel 2026, il Pil crescerà dello 0,8%, lo 0,1% in meno rispetto a quanto previsto. Per l’area euro la crescita sarà dello 0,8% quest’anno e dell’1,2% il prossimo, quindi al di sopra di quella italiana. Nel nostro Paese si stima un tasso di disoccupazione del 6,7% sia quest’anno che il prossimo, al di sopra della media europea (6,4% e 6,3%), anche se più basso rispetto a Francia (7,7%) e Spagna (11,1%). Dati che, come sottolinea il capodelegazione del Movimento 5 Stelle all’Europarlamento, Pasquale Tridico, “sono una doccia fredda per il governo Meloni”. “Le politiche di austerità abbracciate a Bruxelles – denuncia Tridico – ci stanno portando in recessione” e “questo governo non ha nessuna scusa: i dazi, il caro energia, l’inflazione non possono essere giustificazioni plausibili per questo flop visto che la Spagna, sempre secondo le stime del Fmi, crescerà del 2,5% quest’anno, un dato addirittura rivisto al rialzo”.

Giù il Pil anche in Francia, Germania, Cina e Usa

Se Roma piange, va detto che anche Berlino e Parigi non ridono. Anzi, per la Germania addirittura si prevede una crescita zero quest’anno e poi dello 0,9% nel 2026. Fatica anche la Francia, pur facendo meglio di noi allo 0,6% nel 2025 e all’1% nel 2026. Il Regno Unito cresce dell’1,1% quest’anno e dell’1,4% il prossimo, mentre per la Spagna la revisione è al rialzo (+0,2%) al 2,5% nel 2025. Ma i dazi colpiscono più di tutti gli Usa: il Pil, cresciuto del 2,8% nel 2024, quest’anno rallenterà all’1,8% (-0,9% rispetto alle stime di gennaio). E il prossimo anno la crescita sarà dell’1,7% (in calo di 0,4 punti).

Revisione al ribasso anche per la Cina: +4% con una flessione dello 0,6% rispetto alle previsioni di gennaio. Gravi i danni per il Messico, con un taglio dell’1,7% e una contrazione finale di 0,3 punti percentuali. Lieve rialzo (+0,1%) per la Russia al +1,5%. Complessivamente, l’economia mondiale vive una “fase critica”: dopo il +3,3% dello scorso anno, quest’anno viene perso mezzo punto percentuale al 2,8% e anche nel 2026 le stime sono riviste al ribasso al 3% e potrebberro essere ancora tagliate in caso di escalation commerciale.