Il governo mette in ghiaccio l’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm. L’istituto di Gae Aulenti, dopo che l’esecutivo ha dato il via libera condizionato esercitando il golden power, spiega di non essere “in grado di prendere alcuna decisione definitiva sulla strada da seguire”. Oltre alla richiesta di riconsiderare questa decisione, Unicredit ha risposto “esprimendo il proprio punto di vista sul decreto” e attende una risposta.
Unicredit-governo, scontro sul golden power
Il punto è che le prescrizioni di Palazzo Chigi potrebbero, per la banca, “danneggiare la piena libertà e capacità di adottare decisioni conformi ai principi di sana e prudente gestione in futuro”. Con il rischio dell’imposizione “di sanzioni a Unicredit” per un ricorso ai poteri speciali “in un’operazione domestica tra due banche italiane” che “non è comune e non è chiaro perché sia stato invocato” per questa operazione “ma non per le altre simili” in corso nel risiko attuale, come per Mps e Mediobanca.
Operazione, questa, ben vista dal governo che ha invece criticato (con l’eccezione di Forza Italia) la scalata di Unicredit su Bpm, che poteva essere fondamentale per la nascita del terzo polo bancario caro alle destre. Per gli analisti di Equita, il gruppo vede ora come “meno attraente l’operazione”, con le prescrizioni che “potrebbero mettere in dubbio l’esecuzione” dell’offerta. E intanto la questione approda in Parlamento, con l’interrogazione di Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa, accusando il governo di essere “arbitro e giocatore” nel risiko bancario.