Scuola, arresto immediato e pene più severe in caso di aggressione ai docenti. E polemiche sull’educazione sessuale solo col “sì” dei genitori

Scuola, arriva la stretta: il Cdm approva le proposte sulle aggressioni ai docenti e l'educazione sessuale. Il Pd: "L'ennesimo spot".

Scuola, arresto immediato e pene più severe in caso di aggressione ai docenti. E polemiche sull’educazione sessuale solo col “sì” dei genitori

Educazione sessuale solo con il consenso dei genitori. Inasprimento delle pene, con arresto in flagranza, nei casi di aggressioni a personale docente e dirigenti scolastici. Bocciatura a giugno con 5 in condotta ed esame a settembre col 6. Sospensioni da “scontare” a scuola o, se superiori ai 3 giorni, con lavori socialmente utili. Sono le novità annunciate ieri dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, approvate dal Consiglio dei ministri.

Arresto in flagranza e pene più pesanti

La più rilevante riguarda l’arresto obbligatorio in flagranza di reato nelle ipotesi di lesioni personali a carico di docenti e dirigenti scolastici (che però non si estende ai minori) e l’aggravio delle pene per lesioni lievi al personale scolastico, che passa dai 6 mesi a 3 anni attuali ai 2 a 5 anni di reclusione. “Un insegnante, un dirigente scolastico non si toccano. Un educatore che lavora per i nostri figli non si tocca”, ha scandito il ministro.

Educazione sessuale solo col sì preventivo dei genitori

Ma la novità che ha fatto più discutere è il consenso preventivo scritto che i genitori dovranno fornire se intendono consentire ai loro figli di seguire a scuola iniziative didattiche legate a temi sensibili come la sessualità, come attività extra curriculari e ampliamento dell’offerta. Se i genitori negano tale consenso, la scuola deve prevedere attività alternative per gli studenti. I genitori dovranno essere informati sulla base di preventive informazioni che vanno fornite e che devono essere relative ai soggetti esterni che partecipano, al materiale didattico e alle finalità proposte.

“Questi corsi non potranno essere tenuti da ‘laqualunque’, ma i soggetti esterni coinvolti devono avere requisiti di professionalità, scientifica o accademica. Per le scuole dell’infanzia e per le scuole primarie, i temi legati alla sessualità che possono essere affrontati sono solo quelli contenuti nei programmi nazionali: biologia, corpo umano, riproduzione ecc”, ha spiegato Valditara.

Manzi (Pd): “Dal ministro solo becera propaganda”

“Il Paese attraversa un’emergenza culturale ed educativa che richiederebbe più risorse, più docenti, più formazione, classi meno affollate, nuovi luoghi di apprendimento – ha attaccato Irene Manzi, responsabile nazionale scuola Pd – Il governo – che ricordo non ha messo un euro sull’istruzione ma anzi ha tagliato – sceglie di fare becera propaganda, l’ennesimo provvedimento spot. L’ennesima arma di distrazione di massa. Dove sono le risorse per docenti, studenti e famiglie?” conclude Manzi.