Il dl Elezioni sbarca alla Camera tra le proteste

Il testo abbina i referendum al secondo turno delle amministrative. E consente ai fuorisede di votare, ma soltanto in via temporanea.

Il dl Elezioni sbarca alla Camera tra le proteste

Dopo il via libera della commissione Affari costituzionali della Camera, è sbarcato nell’aula ieri il decreto legge con le norme per le amministrative e i referendum. Il decreto prevede, tra l’altro, l’abbinamento della consultazione referendaria al secondo turno delle elezioni amministrative e il diritto di voto ai fuorisede per ragioni di studio, di lavoro o di salute.

Il Senato ha dato un primo via libera il 16 aprile scorso e la commissione ha approvato senza modifiche il testo arrivato da Palazzo Madama. Le opposizioni protestano.

Si abbinano i referendum solo ai ballotaggi delle amministrative. Protestano le opposizioni: “Scelta ingiusta”

“E’ grave che per volere del governo il referendum si tenga in concomitanza con il secondo turno e quindi con gli eventuali ballottaggi delle elezioni comunali, laddove si terranno. Questa è un’operazione palesemente voluta per scoraggiare e abbassare la partecipazione al voto per i cinque quesiti referendari, che impattano sulla vita di milioni di cittadini. Noi respingiamo con sdegno questa democrazia a bassa intensità che vuole il governo Meloni”, ha detto la deputata M5S Enrica Alifano nella discussione generale.

Il voto ai fuorisede è solo in via sperimentale e temporanea

“La disciplina che consente ai fuorisede di votare lontano dal luogo di residenza prevista dal decreto Elezioni – ha aggiunto – è sperimentale e temporanea. Noi del M5S portiamo avanti da anni la battaglia per il voto a distanza e avremmo voluto qualcosa di più di una previsione a tempo e sperimentale, ci sono tutti i mezzi per farlo. In più, il decreto del governo fissa un termine per la presentazione della domanda per votare lontano dal Comune di residenza, di ben 35 giorni di anticipo, di fatto il termine è già scaduto oggi che discutiamo del decreto. E’ paradossale! Quanti lavoratori e studenti fuorisede ne sono al corrente?”, conclude la pentastellata.

M5S e Avs contro un decreto a bassa intensità democratica

Incalza sulla stessa lunghezza d’onda anche Alleanza Verdi e Sinistra. “Svolgere referendum insieme al primo turno di elezioni amministrative sarebbe stato un atto di democrazia, per favorire la partecipazione alle urne; rendere finalmente strutturale il diritto di voto per i fuori sede sarebbe stata una scelta di civiltà perché è assurdo che nell’era digitale chi abita in un luogo diverso dalla sua residenza, per motivi di studio, di lavoro o di salute, sia penalizzato nell’esercizio del diritto di voto. Ebbene la destra con questo Decreto ha scelto di boicottare la prima e la seconda opportunità, togliendo diritti per qualche scelta di tornaconto di bandiera. Un decreto da respingere totalmente”, afferma Filiberto Zaratti di Avs.

Com’è noto, la maggioranza ha scelto la strada dell’astensione al referendum tra le proteste dell’opposizione.