Mes, resta il veto italiano. E Salvini cerca lo scontro in Ue

L'Italia conferma il veto sul Mes e Salvini cerca lo scontro provocando i partner Ue: "Riprendiamoci i nostri 15 miliardi".

Mes, resta il veto italiano. E Salvini cerca lo scontro in Ue

L’irrilevanza dell’Italia nell’attuale quadro europeo è ormai cosa nota, come dimostra l’assenza di Giorgia Meloni nei tavoli che contano quando si parla, per esempio, di guerra in Ucraina. Ma evidentemente al governo non basta e così oltre a essere irrilevanti puntano anche a essere isolati. Soli contro tutti, a porre un veto di stampo orbaniano sul Mes. Non bastasse l’accerchiamento subito lunedì dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, all’Eurogruppo, Matteo Salvini ha pensato bene di rincarare la dose.

Per essere certo che l’Europa continui a mettere nel mirino l’Italia, ultimo Paese che deve ancora ratificare la riforma del meccanismo salva-Stati. E che blocca tutta l’Eurozona. Le ultime dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio leghista non aiutano di certo a rasserenare gli animi e placare il pressing dei partner europei che chiedono la ratifica.

Mes, Salvini cerca lo scontro e provoca i partner Ue

Ieri Salvini ha ribadito il suo no al Mes: “Il Parlamento, grazie anche alla posizione ferma della Lega che ha sempre combattuto il Mes sin dai tempi di Monti, ha già respinto il tentativo dell’Ue di metterci questo cappio al collo”. Per il vicepresidente del Consiglio, “dalla trasformazione in ‘salva banche’ non avremmo nessun vantaggio perché le nostre banche godono di ottima salute. Visto che si insiste a proporre questa modifica che la Lega non ratificherà mai, rispondiamo proponendo di liquidare la quota italiana per riprenderci i nostri 15 miliardi con cui potremmo abbassare le tasse, fare investimenti e aumentare le pensioni, lasciando liberi gli altri di fare quello che vogliono”.

Insomma, non solo ribadisce il no del governo, ma punta anche ad amplificare lo scontro. Al di là della posizione di Salvini, il Parlamento oggi non ha i voti per la ratifica. Non cambiano le perplessità (da sempre espresse) dei 5 Stelle, come dimostra anche il leader pentastellato, Giuseppe Conte, quando parla di un trattato “estraneo a quelli che sono i principi democratici della nostra Unione europea” e “inattuale”.

Eppure i 5 Stelle hanno qualche dubbio su ciò che farà la maggioranza, parlando – con i parlamentari delle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato – della maggioranza e del suo “atteggiamento da sovranisti d’accatto, che di sicuro si sono già piegati alla tecnocrazia Ue in occasione del Patto di stabilità”. I pentastellati citano indiscrezioni secondo cui il governo starebbe “provando a barattare il sì al Mes con una proroga del Pnrr, oppure con la possibilità di usarne le risorse per spese militari”. Intanto, come sottolinea il deputato del Pd Piero De Luca, l’unica certezza è che per il governo italiano resta solo “l’ennesima figuraccia” con il richiamo ricevuto dai partner europei.