C’è chi parla di risultati minimi, c’è chi di accordo storico. Fatto sta che l’intesa tra Gran Bretagna e Unione europea, avvenuta alla presenza di Ursula von der Leyen, del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e della responsabile per la politica estera dell’Unione, Kaja Kallas, trova fondamento soprattutto nel patto per la difesa e sicurezza, che apre a Londra la strada per la partecipazione delle industrie della difesa britanniche al fondo europeo per il riarmo da 150 miliardi.
Riarmo Ue: su questo terreno è intesa tra Gran Bretagna e Unione europea
“Oggi è la prima fase, abbiamo poi bisogno di un secondo passo”, ha sottolineato von der Leyen nel corso del punto stampa. Ovvero la partecipazione delle aziende britanniche nelle catene del valore per gli appalti congiunti, al livello di industria europea.
“Chiuderemo i gap al livello militare e rafforzeremo l’interoperabilità, oltre che rafforzare la possibilità del sostegno all’Ucraina”, ha aggiunto la presidente della Commissione europea. Proprio ieri il regolamento del Safe – il fondo da 150 miliardi di euro immaginato dalla Commissione europea per innescare la cooperazione e gli appalti congiunti nel settore della difesa – è stato approvato “in linea di principio” dai rappresentanti permanenti dei 27.
Gli altri punti dell’accordo, dalla pesca all’energia, dai giovani alle barriere commerciali
Gli altri punti dell’intesa tra Gb e Ue riguardano la riduzione dei controlli alle dogane per prodotti alimentari e vegetali nei loro futuri scambi commerciali.
È poi prevista una “cooperazione più stretta” sulle quote di emissione tra Londra e Bruxelles in modo da “migliorare la sicurezza energetica” ed evitare che le aziende britanniche vengano colpite dalla tassa sul carbonio dell’Ue destinata a entrare in vigore l’anno prossimo.
E viene concordata un’estensione di 12 anni (rispetto ai sette di cui si era parlato in precedenza) delle intese sulla pesca, fortemente sostenute dall’Ue e soprattutto dalla Francia, in modo da protrarre lo status quo.
Entrambe le parti hanno affermato poi di essere pronte a “lavorare su un programma equilibrato” che consenta ai giovani l’”esperienza” di lavorare, studiare, fare volontariato e viaggiare per un periodo di tempo limitato nel Regno e nell’Ue, secondo condizioni ancora da definire.
Per agevolare l’attraversamento delle frontiere da parte delle persone, i britannici potranno fare un uso maggiore degli e-gates, i varchi automatizzati per il controllo dei passaporti, mentre per gli animali domestici verrà introdotto un documento ad hoc per eliminare la necessità di certificati sanitari a ogni viaggio.