Fuoco israeliano sui diplomatici stranieri. Il governo convoca l’ambasciatore ma non sanziona il ricercato Netanyahu

Approvata la mozione (annacquata) di maggioranza che non prevede sanzioni per Netanyahu. Ma solo un generiche raccomandazioni

Fuoco israeliano sui diplomatici stranieri. Il governo convoca l’ambasciatore ma non sanziona il ricercato Netanyahu

Più a destra di Donald Trump, lontani dalla Ue e dal resto della comunità internazionale. Sola, al fianco del ricercato dalla Corte penale internazionale Benjamin Netanyahu e del suo governo di ultra destra. È la posizione che ha deciso di mantenere il governo di Giorgia Meloni sui massacri quotidiani che Israele perpetua a Gaza e in tutta la Cisgiordania.

Una posizione – sempre più isolata nel Vecchio continente – ribadita ieri dal voto alla Camera della mozione di maggioranza che ha detto “no” ad ogni forma di sanzione e all’embargo totale sulle armi, in entrata quanto in uscita, nei confronti di Tel Aviv. Bocciata invece quella unitaria di Pd-M5s-Avs che di sanzioni e embargo faceva il fulcro dell’azione politico-diplomatica italiana.

Solo generiche raccomandazioni

Col suo documento il centrodestra non è voluto andare oltre a generiche raccomandazioni: lavorare per il dialogo e una soluzione negoziata, per l’immediato cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi, per l’assistenza umanitaria, per allargare la rete degli accordi di Abramo. Ma niente sanzioni.

Le scelte politiche pro Israele dell’Italia

Un dato politico chiaro, che va ad affiancarsi ad altre tre prese di posizione che dimostrano la distanza dell’Italia dalla gran parte della comunità internazionale: l’astensione sulla risoluzione Onu che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite di martedì scorso; il voto contrario in sede europea, sempre martedì, alla revisione formale dell’accordo di associazione con Israele, appoggiata da 17 Paesi membri (tra i contrari, oltre l’Italia, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Ungheria); il via libera del Parlamento di due giorni fa all’acquisto di armi da Tel Aviv.

Lontani da Bruxelles, dall’Onu e persino da Trump

Scelte che collocano Meloni lontano Bruxelles, dalle Nazioni Unite, ma anche dal tanto amico Trump, il quale solo pochi giorni fa aveva mollato platealmente Netanyahu e le sue deliranti dottrine di invasione e sterminio a Gaza.

E poco importa se ieri il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dato un cenno di esistenza, convocando l’ambasciatore di Israele, dopo gli spari dell’Idf verso il convoglio diplomatico in visita a Jenin. Un atto dovuto, trattandosi di una minaccia nei confronti del corpo diplomatico italiano.

Conte: “Siamo di fronte a un genicidio”

Alla luce di tutto ciò è chiaro perché le opposizioni (quasi tutte, visto che Calenda non è pervenuto) siano insorte alla Camera. “Proviamo vergogna per una Italia che ieri è stata tra i Paesi che hanno votato contro la revisione degli accordi tra Ue ed Israele: questo governo non ci rappresenta”, ha attaccato Giuseppe Conte. “Qui non siamo di fronte a eventuali errori, come dice la nostra seconda carica dello Stato, ma tutto questo ha un solo nome: genocidio”, ha continuato, “C’è una orribile persecuzione, uno sterminio di donne, giornalisti, operatori umanitari, medici, pazienti. Non ci rappresenta il governo Meloni, che all’Onu si è astenuto per tre volte, non ci rappresentano i ministri che sono volati a Tel Aviv a stringere le mani sporche di sangue di Netanyahu, il criminale che guida Israele”.

Il tweet di Meloni su Gaza del 2014 contro le stragi di bambini

Quindi Conte, leggendo un tweet di Meloni del 2014 il cui testo recitava “Un’altra stage di bambini a Gaza. Nessuna causa è giusta quando si sparge il sangue degli innocenti”, ha aggiunto: “Oggi sono 15 mila i bambini uccisi a Gaza. Di tutte le giravolte a cui Meloni ci ha abituato, questa è la più riprovevole sul piano morale e la più sanguinosa sul piano umano”.

Per Schlein servono sanzioni e embargo sulle armi

“Bisogna fermare questi crimini, la comunità internazionale e il governo italiano devono fare qualsiasi cosa per fermare questo massacro”, gli ha fatto eco Elly Schlein, “Il governo esprima una ferma condanna” nei confronti di Israele, “si adoperi per un cessate il fuoco e per sbloccare gli aiuti umanitari”.

“A Gaza c’è l’inferno in terra con più di 50mila morti, 15mila bambini”, ha continuato la segretaria Dem, “l’Onu ha detto che l’escalation a Gaza è pulizia etnica”. E ha concluso: “Stanno violando ogni norma di diritto internazionale umanitario, creando un pericoloso precedente. Per questo chiediamo le sanzioni sul governo israeliano. Chiediamo sanzioni e un embargo totale delle armi da e per Israele”.

“Italia complice”

“Siamo di fronte a un atteggiamento codardo e ipocrita da parte del Governo. Ma un tale atteggiamento dopo quasi 700 giorni di questo massacro a Gaza diventa complicità. Il silenzio è complicità”, ha invece dichiarato il portavoce di Avs, Nicola Fratoianni.