Spari contro una delegazione di diplomatici stranieri nel campo profughi di Jenin. Bombardamenti di artiglieria e droni contro l’ospedale al-Awda, nel nord della Striscia di Gaza. Almeno 82 vittime e 262 feriti negli attacchi portati dall’Idf in 24 ore. È il bollettino di un’“ordinaria” giornata negli inferni di Gaza e Cisgiordania.
Netanyahu e i suoi ministri pensano di poter fare tutto
Inferni scaturiti dall’offensiva insensata e disumana scatenata dal governo di Benjamin Netanyahu. Un esecutivo che ormai non ha più freni né remore, che si ritiene autorizzato – grazie anche all’indolenza mostrata fino a oggi dalla Comunità internazionale – a poter fare di tutto.
L’attacco ai diplomatici
Come dimostra l’attacco alla delegazione di diplomatici occidentali avvenuta ieri pomeriggio davanti ai cancelli del campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. I diplomatici provenienti da Cina, Giappone, Messico e da diversi paesi europei, tra cui Francia, Spagna e Italia (per il nostro Paese era presente il vice-console a Gerusalemme, Alessandro Tutino), erano in missione ufficiale per osservare la situazione umanitaria nel campo, quando si sono sentiti degli spari.
Un video diffuso dal Ministero degli Esteri palestinese mostra due uomini in uniforme dell’Idf che puntano le pistole contro un gruppo di persone da dietro cancelli di metallo, mentre risuonano gli spari. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito.
L’Idf si giustifica: “Erano fuori dall’area concordata”
Secondo l’Idf la comitiva non avrebbe seguito il percorso concordato con l’esercito. “Nel coordinare l’ingresso (a Jenin, ndr), ai membri della delegazione è stato fornito un percorso approvato che è stato loro richiesto di seguire, in quanto l’area è una zona di combattimento attiva”, ha dichiarato l’esercito. Per l’Idf, il gruppo “ha deviato dal percorso ed è entrato in un’area in cui non era autorizzato a sostare” e i soldati di stanza hanno sparato colpi di avvertimento in aria, senza provocare danni o feriti. Il generale di brigata Yaki Dolf, ha avviato un’indagine sull’incidente, fa sapere il governo di Tel Aviv.
Meloni e Tajani convocano l’ambasciatore
Immediate le condanne contro Israele dei Paesi coinvolti. Nel pomeriggio di ieri Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico col ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, per concordare la convocazione alla Farnesina dell’ambasciatore israeliano in Italia. In un post su X, Tajani aveva criticato aspramente gli spari contro i diplomatici e aveva chiesto a Tel Aviv di “chiarire immediatamente” le sue azioni.
Kallas: “Inaccettabili le minacce ai diplomatici”
Anche la Francia convocherà l’ambasciatore israeliano per l’incidente definito “inaccettabile”, dal ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot. L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, ha invitato Israele a indagare sull’incidente e a chiamare a rispondere i responsabili. “Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è inaccettabile”, ha detto Kallas ai giornalisti a Bruxelles.
Una “fermissima condanna” è arrivata anche dalla Spagna: “Siamo in contatto con gli altri Paesi interessati per coordinare congiuntamente una risposta a quanto accaduto, che condanniamo fermamente”, ha fatto sapere il ministero degli esteri di Madrid.
Bombe sull’ospedale al-Awda
Ma al di là dell’episodio politicamente eclatante, ieri da Gaza bisogna registrare quella che è diventata ormai la “normalità”, ovvero che l’esercito di Tel Aviv ha aperto il fuoco contro un ospedale. L’artiglieria ha infatti colpito il terzo piano dell’ospedale al-Awda, nel nord della Striscia di Gaza, mentre i droni hanno bombardato i serbatoi dell’acqua della struttura sanitaria.
Al-Awda, insieme con l’Ospedale indonesiano sono gli unici centri medici rimasti attivi nella regione. Negli ultimi giorni sono stati circondati dalle truppe israeliane, che hanno impedito a chiunque di entrare o uscire dalle strutture. Il cortile dell’al-Awda e le sue ambulanze sono stati presi di mira a partire da lunedì. Entrambi gli ospedali si trovano all’interno della “zona di evacuazione”, anche se Israele non ha ordinato l’evacuazione delle strutture stesse.
Il conteggio delle vittime sale a 53.655
Inoltre, il ministero della Salute di Gaza ha riferito che negli attacchi israeliani sul territorio assediato tra martedì e mercoledì sono stati uccisi almeno 82 palestinesi e altri 262 sono stati feriti. Con queste vittime, secondo le autorità di Gaza, il numero totale delle persone uccise e confermate a Gaza durante la guerra è salito a 53.655, mentre i feriti sono 121.950.
Intanto Bibi pensa ad attaccare l’Iran
Infine, secondo fonti dell’intelligence americana riportate dalla Cnn, Israele si starebbe preparando ad attaccare le centrali nucleari iraniane. Per l’emittente “i raid sono imminenti”. Se così fosse, l’attacco rappresenterebbe una rottura con Donald Trump, che sta cercando di raggiungere un accordo con Teheran. Ma ormai per Bibi & Soci, tutto è possibile. Perché non hanno limiti.