L'Editoriale

Dalla parte sbagliata della storia

Dalla parte sbagliata della storia

C’è un punto in cui la politica non può più nascondersi dietro i tecnicismi. Un punto in cui l’ambiguità diventa complicità. Giorgia Meloni, di fronte al massacro di Gaza, ha scelto con cura il silenzio. Non un inciampo, non un caso. Una linea politica deliberata: stare dalla parte sbagliata della storia.

L’Italia si è astenuta sulla risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco umanitario. Non ha alzato la voce davanti ai bombardamenti su ospedali, scuole, campi profughi. Ha votato contro la revisione dell’accordo Ue-Israele anche quando le prove delle violazioni del diritto internazionale erano sotto gli occhi di tutti. Un voto contrario alla dignità umana. E al centro di tutto questo, Meloni: muta, evanescente, strategicamente assente. Ma se la premier tace, il resto della maggioranza balbetta.

Salvini si rifugia nel folklore elettorale, Tajani convoca l’ambasciatore israeliano dopo i fatti di Jenin ma non condanna Netanyahu. Altri ministri annuiscono e girano la testa. Nessuno ha il coraggio di chiamare crimine quello che è un crimine. Nessuno ha la statura per dire che Gaza è una scena del crimine umanitario globale. Gaza non è solo un conflitto. È la linea di demarcazione tra chi ha ancora il coraggio di difendere i diritti, la verità e la vita dei più fragili – donne, bambini, civili – e chi preferisce il calcolo, l’inerzia diplomatica, la codardia vestita da prudenza.

Il governo italiano ha scelto la parte della convenienza. Ha preferito non disturbare Netanyahu, ha scelto di non dispiacere Washington, ha taciuto per non perdere consensi nel salotto atlantico. In cambio ha perso la voce dell’umanità, quella che non ha bisogno di studi geopolitici per capire che non si può bombardare la fame. Meloni ha scelto. Non dalla parte dell’Italia migliore, ma da quella dei governi che preferiscono la complicità al coraggio. È una scelta che verrà ricordata. Perché le parole generano realtà. E l’assenza di parole, quando la storia brucia, pesa come una firma. Gaza è una linea netta: chi non parla, si schiera.