I recenti scontri nella zona di Jabal al-Uwaynat, al confine tra Libia e Sudan, fanno temere una pericolosa estensione della guerra civile sudanese ai Paesi confinanti, in particolare alla Libia, già provata da anni di instabilità politica e militare.
Secondo quanto riportato dal quotidiano indipendente Arab Weekly, gli scontri avvenuti a sud-est della città libica di Kufra rappresentano molto più di un semplice incidente isolato: sono il segnale concreto di un’escalation militare in un’area altamente sensibile. A fronteggiarsi sarebbero state da un lato la cosiddetta “Joint Force” – una coalizione di movimenti sudanesi alleati con l’esercito regolare di Khartoum – e dall’altro il “Battaglione Sabal al-Salam”, affiliato alle forze del generale Khalifa Haftar, che secondo fonti sudanesi si sarebbe spinto per tre chilometri all’interno del territorio del Sudan.
Lo scontro, che ha causato vittime e prigionieri da entrambe le parti, è avvenuto in un’area di frontiera particolarmente fragile, già teatro di tensioni dopo la chiusura un mese fa del valico di Al-Uwaynat da parte delle autorità libiche meridionali, a seguito del rapimento di tre cittadini libici. La decisione aveva già determinato un blocco ai flussi commerciali e all’ingresso dei rifugiati sudanesi, innescando nuove tensioni sul confine.
La guerra civile in Sudan rischia di allargarsi: scontri al confine tra le forze sudanesi e quelle della Libia. Ma il generale Haftar nega: “Non abbiamo effettuato alcuno sconfinamento”
Il Comando Generale dell’Esercito Nazionale Libico (LNA), controllato da Haftar, ha però smentito ogni coinvolgimento diretto nei combattimenti e ha definito “false e infondate” le accuse mosse dall’esercito sudanese. In una nota ufficiale, l’LNA ha dichiarato che le accuse rappresentano “un tentativo di esportare la crisi interna del Sudan creando un nemico esterno virtuale”.
Haftar ha ribadito la volontà di mantenere la stabilità dei confini libici e ha sottolineato che la Libia è tra i Paesi maggiormente colpiti dalle conseguenze del conflitto in Sudan, che ha provocato un enorme flusso di profughi verso le regioni orientali e meridionali libiche. L’LNA ha inoltre lanciato un appello a evitare “tattiche di provocazione che rischiano di incendiare l’intera regione”.
Un rischio per l’intera area
L’intervento armato nella zona di confine arriva mentre nel Sudan si consolidano nuove alleanze militari, in particolare tra le Forze di Supporto Rapido (RSF) e il Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese guidato da Abdelaziz al-Hilu, che di recente hanno annunciato il controllo della città strategica di Umm Dahilb, nel Sud Kordofan. Si tratta di uno sviluppo che rischia di alterare gli equilibri sul campo di battaglia e di amplificare l’instabilità lungo i confini con Libia ed Egitto.
Secondo Arab Weekly, il triangolo di frontiera tra Sudan, Libia ed Egitto è oggi uno dei focolai più preoccupanti di crisi nel continente africano, segnato da una miscela esplosiva di guerre civili, milizie armate, traffico di esseri umani e mancanza di istituzioni stabili.