La decisione dei 32 Paesi alleati della Nato di armarsi fino ai denti portando le spese militari al 5% del Pil, che fa seguito a quella dell’Europa di Ursula von der Leyen di approvare un piano di riarmo da 800 miliardi di euro, aveva bisogno di un alibi.
Per giustificarsi l’Occidente, con tanto di volenterosi al seguito, nonostante (leggi articolo a pagina 2) ci racconti che la Russia è in caduta libera, militarmente ed economicamente, aveva bisogno di inventarsi una minaccia. Gli alleati si dichiarano “uniti di fronte a profonde minacce e sfide alla sicurezza, in particolare la minaccia a lungo termine rappresentata dalla Russia per la sicurezza euro-atlantica e la persistente minaccia del terrorismo”, si legge nella dichiarazione finale del vertice Nato de L’Aja di qualche giorno fa.
“Di fronte ad una Russia aggressiva e revisionista che continua a destabilizzare le nostre frontiere, l’Europa deve riarmarsi”, ha scritto il presidente francese, Emmanuel Macron, uno dei più agguerriti volenterosi, per intenderci.
Putin: sciocchezze utlizzarci come scusa per armarsi fino ai denti
“I funzionari della Nato dovevano fare della Russia un mostro per far passare la decisione sull’aumento del budget militare al 5% del Pil”, aveva detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, alla vigilia del vertice dell’Alleanza Atlantica.
“L’Alleanza – ha affermato Peskov – si muove in modo costante lungo la strada di una militarizzazione sfacciata, l’Europa si sta muovendo sulla strada di una militarizzazione sfacciata. Questa è la realtà che ci circonda. Questa è la realtà di cui siamo consapevoli”.
Ieri ha rincarato la dose il presidente russo. “Vedono la pagliuzza nell’occhio altrui, ma non vogliono vedere la trave nel proprio. Sullo sfondo di questa retorica sulla presunta aggressività immaginaria della Russia, stanno iniziando a parlare della necessità di armarsi”, ha detto Vladimir Putin. “I militari vogliono aumentare le spese, che le aumentino pure, ma questo dimostra la loro aggressività”, ha detto ancora.
Sono “sciocchezze” le affermazioni di chi parla di una minaccia russa alla Nato per motivare l’aumento delle spese militari dei Paesi membri dell’Alleanza, ha spiegato il presidente russo.
Mosca, ha aggiunto, sta calcolando le sue spese militari prendendo in considerazione solo quello che è necessario per “completare l’operazione militare speciale” in Ucraina. “Questo è ciò che teniamo in considerazione, non piani aggressivi contro Paesi europei e Nato. Noi pianifichiamo di ridurre la spesa, mentre loro di aumentarla”, ha detto ancora Putin. Secondo cui Mosca spende “il 6,3% del Pil” in spese militari.
La Russia punta a ridurre le proprie spese militari, gli altri ad aumentarle
La Russia – ha argomentato ancora lo zar – spende denaro “nel sostegno” al proprio “complesso militare-industriale” mentre, a suo dire, i Paesi europei “spenderanno il 5%” del Pil “in acquisti dagli Stati Uniti e nel sostegno al complesso militare industriale di questi”.
I capi delle delegazioni russa e ucraina nelle due tornate di trattative svoltesi a Istanbul “continuano a mantenere contatti diretti per telefono” tra loro, e attualmente “stanno discutendo di quando si terrà la prossima tornata”, ha detto il presidente russo.
L’Europa non cambia verso: rinnovate a Mosca le sanzioni in scadenza
L’Europa, peraltro, non cambia strategia verso Mosca e il conflitto a Kiev. I 27 hanno confermato l’impegno a continuare a fornire armi su armi all’Ucraina e continuano con le sanzioni a Mosca. Ieri è arrivato il via libera formale degli ambasciatori dei 27 Ue – dopo l’intesa politica al Consiglio europeo del giorno prima – al rollover delle sanzioni settoriali contro la Russia, in scadenza il 31 luglio prossimo. La proroga andrà a scadere il 31 gennaio del 2026.
Nel corso della riunione si è inoltre tenuto un punto sul diciottesimo pacchetto di sanzioni, durante il quale un Paese, la Slovacchia, ha confermato la propria posizione secondo cui non può dare ancora il suo assenso, in attesa di rassicurazioni sulla sua sicurezza energetica.