Caldo record, il governo sempre in ritardo: solo domani arriverà il protocollo per tutelare i lavoratori

Il governo arriva fuori tempo massimo e dopo giorni di caldo record annuncia il protocollo per tutelare i lavoratori.

Caldo record, il governo sempre in ritardo: solo domani arriverà il protocollo per tutelare i lavoratori

Ancora una volta, il governo arriva in ritardo. Fuori tempo massimo. Annunciando la sottoscrizione del protocollo quadro tra il ministero del Lavoro guidato da Marina Calderone, le imprese e i sindacati per l’adozione di misure di contenimento per i rischi derivanti dall’emergenza climatica. In sostanza, si tratta delle regole per tutelare i lavoratori dal grande caldo. Un provvedimento che, però, arriverà dopo tanti giorni di grande caldo, a inizio luglio. E con già più di una vittima.

Il protocollo verrà firmato domani pomeriggio alle 17 al ministero del Lavoro. Il provvedimento, inoltre, arriva anche dopo quelli di diverse Regioni, costrette a intervenire – in assenza di norme nazionali – contro il grande caldo per sospendere le attività di lavoro all’aperto nelle ore più critiche.

Le vittime del caldo sul lavoro

Anche perché il caldo record prosegue da giorni, in tutta Italia. E lo dimostrano anche le tristi notizie di cronaca. Non solo per le vittime legate al caldo in generale, ma anche ai lavoratori che rimangono colpiti proprio del caldo durante lo svolgimento della loro attività.

Lunedì è morto un operaio a San Lazzaro di Savena. Oggi, invece, due operai si sono sentiti male nel vicentino mentre lavoravano in una cisterna di alluminio, satura di vapori. Le condizioni di uno dei due sono critiche: ha accusato un malore e ora è in coma.

Cosa prevede il protocollo

Stando alle prime bozze, il protocollo per affrontare il caldo sui luoghi di lavoro prevede un ampio e automatico ricorso agli ammortizzatori sociali per la sospensione o la riduzione dell’orario di lavoro, anche quando è stagionale.

Previsto anche un aiuto per modificare gli orari di lavoro. Misure che vanno di pari passo all’adozione di quelle che vengono definite buone prassi su informazione, formazione, sorveglianza sanitaria, abbigliamento e riorganizzazione dei turni. Tutte misure che, però, sembrano arrivare in ritardo, con il caldo che ha già messo in ginocchio i lavoratori.