Matteo Salvini, vicepremier e ministro, nonché leader della Lega, ha dato ufficialmente la sua benedizione alla decisione Nato di alzare le spese militari per portarle al 5% del Pil. Il motivo è presto spiegato. Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, per blandire gli alleati ha diviso così il target del 5%: 3,5% in spese pure per la difesa e 1,5% in spese generali per la sicurezza, vale a dire anche infrastrutture strategiche come i ponti.
E quale infrastruttura più strategica può esserci del Ponte sullo Stretto per Salvini?
Per il governo il Ponte sullo Stretto può essere considerato una spesa Nato
“Anche il Ponte sullo Stretto potrebbe essere considerata una infrastruttura coerente con le linee guida Nato ed europee in tema di sicurezza integrata e mobilità strategica”, ha confermato ieri il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco rispondendo a una interpellanza a prima firma di Angelo Bonelli (Avs). L’interrogazione chiedeva se il governo potesse “confermare che il Ponte è inserito nel Military mobility action plan 2024 dell’Unione europea, quale ruolo centrale nel sistema della mobilità militare europea e se il governo intenda far rientrare la spesa per la realizzazione del Ponte negli investimenti militari volti al raggiungimento della soglia del 5 per cento del Pil stabilita in ambito Nato”.
Per Bonelli di Avs no
Prisco non convince Bonelli. “Se il governo decidesse di inserirla come opera militare, allora dovrebbe essere rifatta la progettazione e la presidente Meloni non potrebbe portare al Cipess l’approvazione di un’opera che è stata progettata come opera civile”, ha replicato il deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde.
“La Nato utilizza un’apposita e complessa classificazione dei carichi prodotti dai mezzi militari, denominata MLC (Military Load Classification), cui attenersi nella verifica dei ponti esistenti e nella progettazione di quelli da realizzare. Questi criteri prevedono carichi quasi-statici e dinamici assai più severi di quelli normalmente utilizzati per i ponti a uso civile. Il progetto del ponte sullo Stretto non ha mai considerato i criteri Nato né calcolato gli effetti di tali, e assai più gravose, azioni sulla struttura. Inoltre, il franco navigabile del ponte sullo Stretto è di 65 metri, mentre le maggiori portaerei del mondo hanno un’altezza di 80 metri. Questo significa che il ponte rappresenta un ostacolo al passaggio delle navi militari”. E ancora.
“Alla luce della risposta del governo alla mia interpellanza, ho inviato una lettera urgente alla presidente Meloni affinché, nella sua qualità di presidente del Cipess, non proceda all’approvazione di un’opera che presenta evidenti carenze progettuali e che non risponde ai criteri di progettazione Nato”, ha concluso.