Sui dazi governo senza idee, nessuna mozione alla Camera

Il vicepremier Tajani si difende sostenendo che il Parlamento non è competente. La verità è che non c’è una strategia

Sui dazi governo senza idee, nessuna mozione alla Camera

Ci sono alcuni esponenti governativi che sostengono che tutto sommato i dazi al 10% per l’Italia non sarebbero così dannosi, tra cui il ministro Antonio Tajani. Al contrario esponenti del mondo imprenditoriale, come il presidente della Confindustria Emanuele Orsini, che dicono che proprio con il 10% rischieremmo di perdere 20 miliardi di export e 120mila posti di lavoro. In tutto questo Giorgia Meloni ha fallito nel suo ruolo di pontiera tra Usa e Ue.

Le concessioni dell’Ue e dell’Italia agli Usa non hanno pagato

Nonostante l’esonero delle multinazionali Usa dalla ‘global minimum tax’, l’atteggiamento morbido sulla digital tax, l’accordo Nato sul 5% delle spese per la difesa in rapporto al Pil, maggiori acquisti di armi americane, maggiori acquisti di Gnl americano, l’Europa, in cui ha giocato – ma forse sarebbe meglio dire “non ha giocato” – un ruolo fondamentale l’Italia, continua a vivere una situazione di stallo nella trattativa con la controparte americana sui dazi.

Con Donald Trump che tiene Bruxelles sulla graticola e annuncia a breve – entro due giorni – una letterina con l’indicazione delle tariffe. Mentre minaccia dazi sul rame al 50% e tariffe del 200% sulla farmaceutica. E questa totale assenza di idee e di strategia del governo italiano ieri si è plasticamente tradotta alla Camera nella discussione sulla salvaguardia del sistema produttivo nazionale dall’impatto dei dazi.

Alla Camera la maggioranza non presenta alcuna mozione sui dazi

Cinque le mozioni sul tema presentate dal gruppo del Pd, da quello del M5S, da Avs, da Azione e da Italia viva, mentre la maggioranza non ha presentato nessun testo, non ha avuto il coraggio di mettere la faccia su nulla. “Veniamo qui, presentiamo delle mozioni e la maggioranza, non riuscendo a sintetizzare un testo da presentare al Parlamento, riscrive le mozioni delle opposizioni. Ma il rispetto del nostro ruolo e di quest’aula dov’è?”, ha detto Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera, intervenendo sull’ordine dei lavori dopo che la sottosegretaria Fausta Bergamotto ha comunicato i pareri del Governo alle mozioni delle opposizioni. L’esecutivo ha espresso parere favorevole e proposto diverse riformulazioni a vari impegni contenuti nelle mozioni.

Surreale la replica di Tajani

Surreale la replica di Tajani. “I dazi competenza esclusiva dell’Ue”, il Parlamento “non è competente in questo momento”, ha detto il vicepremier di FI. “Il Parlamento impegna chi? Il governo è già impegnato. Noi stiamo lavorando e discutendo con l’Ue perché possa tutelare le imprese italiane e prodotti esportati”, ha aggiunto.

Il M5S non ci sta: governo Meloni senza strategie

‘’Ma cosa stiamo a fare qui? Il governo ha anche il coraggio di chiedere che il venerdì i sottosegretari possano stare a casa. Per parlare dei dazi dobbiamo inventarci la giornata della bresaola americana? Parliamo di un tema che riguarda centinaia di migliaia di lavoratori e decine di migliaia di imprese. Nella sua schifosa propaganda il governo Meloni parla di autocrazie, ma credo si debba guardare allo specchio”, ha insistito Ricciardi.

“Oggi Tajani se ne esce con l’ennesima scusa patetica: ‘Il Parlamento non è competente, la mozione è inutile perché se ne occupa l’Europa’. Troppo comodo: difendete gli interessi degli italiani per una volta, anziché tentare di giustificare l’immobilismo di questa maggioranza e di un governo che campa di scaricabarile e rinvii. Anche perché, quando si tratta di alzare gli stipendi ai Ministri in 24 ore, di finanziare i grandi colossi delle armi scavalcando le norme di trasparenza e controllo o di mettere una vergognosa tassa sui pedaggi – poi tolta solo perché vi abbiamo beccato noi – siete iper veloci e produttivi. Ma quando c’è da alzare la voce per tutelare l’Italia e il Made in Italy vi eclissate”, ha detto la vicepresidente del M5S, Chiara Appendino.

L’aula della Camera ha respinto, alla fine, le mozioni presentate dalle opposizioni. Tutti i firmatari delle mozioni, infatti, non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo.