“Il Pirellino? Lo abbiamo venduto nel 2019 e siamo ancora fermi. Sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti. Altro che induzione è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare”. Così ieri il sindaco di Milano Beppe Sala – indagato – al Corriere della Sera commentava uno dei capi di accusa nei suoi confronti, ovvero induzione indebita a dare o promettere utilità per la cessione del palazzo comunale su via Melchiorre Gioia.
I pm contestano al sindaco, all’imprenditore Manfredi Catella e all’architetto Giuseppe Marinoni, con la mediazione dell’Assessore Giancarlo Tancredi, di aver fatto pressioni sulla commissione paesaggio per approvare il progetto disegnato da Stefano Boeri. Come evolverà la questione giudiziaria, lo si vedrà.
Niente case Erp al Pirellino
Tuttavia sulla vicenda Pirellino, già oggi c’è molto da dire. A partire dal fatto che grazie alla delibera n.1414 del 14 novembre 2024 (atto politico e pubblico sottoscritto da tutta la giunta), Coima è riuscita a ottenere che nel Pirellino potrà costruire case di lusso, senza l’obbligo di destinarne il 40% all’Edilizia residenziale pubblica (Erp), come invece previsto dal Pgt in vigore. Si tratta dell’unico caso.
Una deroga concessa da Palazzo Marino ad personam, anzi, ad “immobilem”, visto che vale solo per il palazzo di via Melchiorre Gioia e per Coima… Un atto politico di grande significato, da parte della Giunta Sala, che ha accettato che nel lussuoso complesso di Porta Volta le case a prezzi calmierati non ci devono essere. E che Coima possa intascarsi i proventi delle vendite delle case “tutte di lusso”.
La vicenda
Per raccontare questa intricata storia, bisogna riavvolgere il nastro fino al 2012 (giunta Pisapia), quando il Comune decide di vendere la sua storica sede distaccata. L’iter si protrae, fino al marzo 2019, quando Coima, unica partecipante all’asta, si aggiudica l’immobile. Tuttavia il 2019 è anche l’anno che nel quale viene adottato anche il nuovo Pgt, che, tra le altre cose, prevede che se destini più del 20% della nuova costruzione a residenziale, il 40% del nuovo costruito deve essere riservato all’edilizia sociale. Regola che non valeva per il Pirellino secondo le norme del Pgt precedente.
Coima perde al Tar e vince (parzialmente) al Consiglio di Stato
A quel punto Coima contesta al Tar il nuovo Pgt, perché sostiene che le nuove norme non valgano anche per il palazzo, il quale, secondo lei, ricadrebbe nel vecchio Pgt (che non la obbligava a dare le case Erp). In prima istanza il Tar dà torto a Catella, che non si dà per vinto e ricorre al Consiglio di Stato. Il quale nel 2023, accoglie le richieste di Coima, ma dice chiaramente che il Comune è libero di inserire il Pirellino negli edifici per i quali valgono le nuove regole, a patto che motivi tale scelta.
Si legge infatti nella sentenza: si stabilisce “l’obbligo del Comune di riponderare la scelta pianificatoria relativa al compendio immobiliare oggetto del presente giudizio, con piena ed impregiudicata discrezionalità da parte dell’amministrazione, ma con congrua esternazione delle ragioni giustificatrici della decisione che si adotterà, specie qualora si decida di escludere nuovamente il compendio immobiliare dalla tavola R.02 e di imporre pertanto una disciplina urbanistica deteriore rispetto a quella del PGT del 2012”.
L’interpretazione degli uffici di Palazzo Marino per ricompensare Coima
Quindi per i giudici la scelta tocca a Palazzo Marino: basta che motivi la decisione di applicare il nuovo Pgt e le case per i poveri si faranno. A Palazzo Marino, però, la sentenza viene interpretata in un altro modo, tanto che gli uffici dell’assessore Tancredi stabiliscono di derogare alle regole che loro stessi si sono dati. E così nella delibera decretano che “al fine di valorizzare l’affidamento di Coima richiamato nella stessa Sentenza CDS n.10976/2023 la presente ipotesi di variante, pur mantenendo inalterata la quota di SL di cui al progetto presentato, non prevede la realizzazione di ERS, determinando un vantaggio economico per l’operatore a parziale compensazione delle aspettative di sviluppo edilizio del medesimo al momento dell’acquisto dell’area”. Tradotto, significa che il Comune concede a Coima di non fare case a canoni calmierati per compensare i guadagni previsti dalla società quando ha comprato l’area…
La deroga e i due progetti sul Pirellino
Quindi arriva la deroga, che però vale solo per la società di Catella: “mediante il presente procedimento si intende rideterminare altresì, la percentuale delle funzioni urbane residenziali che genera obbligatorietà della quota di ERS (…). Tale quota, per il compendio immobiliare in oggetto, viene fissata, in caso di interventi interessanti una SL superiore a 10.000 mq, al 23% (per gli altri rimane al 20%, ndr), così come da progetto presentato agli Uffici comunali, oltre la quale si conferma l’obbligatorietà di realizzazione di quote di Edilizia Residenziale Sociale”. Il che significa che qualsiasi altro sviluppatore immobiliare nella stessa area dovrà fare case a prezzi calmierati. Coima no.
Infine, resta un ultimo dato da segnalare: nel 2022 (quando la battaglia legale tra Comune e Coima era ancora in corso) la società ha presentato all’Amministrazione un piano di sviluppo del Pirellino, che ha poi integrato nel 2024. Un piano molto simile a quanto stabilito dalla giunta Sala con la delibera sull’area n.1414…