Vertice segreto Italia-Israele? I 5 Stelle incalzano Crosetto. Che risponde: “Nessuna vendita di armi a Israele“

L'incontro svelato dal Manifesto. I 5S chiedono di chiarire a Crosetto. Che assicura: "Nessuna vendita di armi"

Vertice segreto Italia-Israele? I 5 Stelle incalzano Crosetto. Che risponde: “Nessuna vendita di armi a Israele“

Il governo spieghi perché lo Stato maggiore della Difesa ha incontrato l’omologo delle Forze Armate israeliane e di cosa hanno discusso, visto che l’Italia si è impegnata a bloccare ogni fornitura di armi a Tel Aviv. È la richiesta che il Movimento 5 Stelle ha indirizzato al ministro Guido Crosetto, dopo lo scoop de Il Manifesto, che aveva svelato l’incontro del 23 luglio scorso tra i due stati maggiori.

Un nuovo piano di cooperazione militare

“Non solo il governo si rifiuta di sospendere il memorandum del 2003 sulla cooperazione militare tra Italia e Israele, ma si appresta a stringere nuovi accordi di collaborazione con le forze armate di Netanyahu”, attaccano i capigruppo M5S delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, Arnaldo Lomuti e Bruno Marton. Che spiegano: “L’email dell’Aiad (l’associazione dei produttori di armi italiani) pubblicata dal Manifesto parla chiaro: lo Stato maggiore della Difesa entro fine mese incontrerà – o forse ha già incontrato – rappresentanti militari israeliani per discutere di un piano di cooperazione bilaterale. E per questo la Direzione nazionale armamenti (Dna), su richiesta dello Stato maggiore della Difesa, ha chiesto alle aziende italiane del settore aggiornamenti sui rapporti commerciali con Israele relativi all’andamento delle trattative su gare già in corso o di prevista partecipazione”.

Quindi l’affondo: “Depositeremo al più presto un’interrogazione al ministro della Difesa Crosetto per chiedergli di cosa si è discusso nell’incontro tra Smd e vertici dell’Idf e di spiegare come questo piano di rilancio della collaborazione con Israele, che chiaramente riguarda anche un rilancio delle forniture belliche italiane, si concili con le sue ripetute dichiarazioni sullo stop alla concessione di nuove licenze di export militare verso Israele”. “Uno stop”, concludono, “aggirato dalle aziende italiane con triangolazioni su società intermediarie non controllate, che comunque non riguarda le forniture di materiali ‘dual use’ – chimici, elettronici e informatici – utilizzati per la fabbricazione di esplosivi e di sistemi usati dalle forze armate di Israele nella sua guerra genocida contro i palestinesi di Gaza. Uno stop che ora, a quanto pare, la Difesa intende ritirare”.

Il ministero: “Ricostruzione forviante”

Ieri è arrivata la risposta del ministero della Difesa, che ha provato a smontare la ricostruzione del Manifesto, definita “fuorviante” e “ha smentito categoricamente ogni ricostruzione tendenziosa in essa contenuta”. Il ministero ha ribadito “che le autorizzazioni all’export di armamenti dall’Italia verso Israele sono state formalmente sospese dal Governo italiano a partire dall’ottobre 2023” e che tale decisione “è pienamente rispettata da tutte le articolazioni dello Stato”. “Il riferimento contenuto nell’articolo a un presunto coordinamento industriale per aggirare tale sospensione è infondato e mistificatorio”, sottolinea poi il Ministero, che parla di “una prassi tecnico-militare consolidata denominata ‘Staff Talks’, incontri bilaterali tra Stati Maggiori finalizzati allo scambio di informazioni e valutazioni operative”, senza “alcuna natura commerciale”.

Solo una scheda Paese…

Per il ministero di Crosetto sarebbe stata semplicemente richiesta “una scheda Paese aggiornata alla Direzione nazionale armamenti (DNA)”, la quale, a sua volta, avrebbe chiesto “un aggiornamento all’AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza), per un quadro conoscitivo tecnico aggiornato agli interlocutori dello Stato Maggiore Difesa”. “In nessun momento si è parlato di forniture militari, né sono state intraprese trattative commerciali”, conclude il Ministero.