Il sociologo De Masi boccia i quarantenni in politica

di Vittorio Pezzuto

«Il problema della nostra classe politica non è anagrafico ma di professionalità e di onestà» osserva il sociologo Domenico De Masi. «Sembrano tutti ottantenni, solo con metà dell’esperienza. Coltivano la stessa furbizia, sono accecati dalla stessa tentazione di far comunque carriera. Con la differenza che mentre un Mastella si è fatto acchiappare dopo trent’anni, una De Girolamo si è fatta fregare dopo trenta mesi».
Il caso politico che la coinvolge cosa ci dice?
«Che non è l’età che fa l’onestà intellettuale. E poi che al governo abbiamo innalzato l’ignoranza: basti pensare che come ministro dell’Agricoltura è riuscita a inserire la lontra tra gli uccelli in via di estinzione… Dal punto di vista della mentalità è poi identica a una Cancellieri. Qualcosa vorrà pur dire o no?».
E che pensa del premier Enrico Letta?
«Ha i difetti e le virtù di Fanfani, però senza la sua esperienza. Si sta facendo le ossa ma intanto la metà dei sottosegretari di questo governo appartiene alla categoria degli ebeti totali. Non che i ministri siano messi meglio…. Questa è tutta gente che nella Prima Repubblica avrebbe fatto carriera al massimo nei consigli comunali e provinciali».
Non salva nemmeno Renzi?
«È un ragazzo intelligente. Eppure il giorno dopo la sua elezione a leader del Pd se n’è andato a presentare anche lui il libro di Bruno Vespa, così dimostrando subito di essere capace di gesti non necessari e sputtananti per la sinistra. In ogni caso nemmeno lui mi sembra in grado di avanzare nuove idee. Andatevi a leggere il suo Job Act: quarant’anni fa Gino Giugni è stato decisamente più innovativo. E poi un De Gasperi non avrebbe mai intitolato una proposta di legge con un nome inglese».
Sta dicendo che esiste anche un problema di povertà culturale?
«Mi sembra evidente. Chi ha studiato nella scuola italiana degli ultimi trent’anni è senz’altro messo peggio dei suoi genitori. E quindi la colpa in fondo è solo della nostra generazione, che non è stata capace di preparare adeguatamente chi le sta succedendo».
Cosa possiamo dire ai giovani che stanno cercando di farsi strada studiando e lavorando sodo?
«Che in questi giovani politici non possono certo trovare un esempio».