L’ora dei dazi è scattata. A mezzanotte (ora di Washington) sono entrate in vigore le tariffe statunitensi sui prodotti importati da diverse economie di tutto il mondo. Compresa l’Ue e quindi anche l’Italia. Esulta subito il presidente Usa, Donald Trump: “Miliardi di dollari, provenienti in gran parte da Paesi che hanno tratto profitti dagli Stati Uniti con entusiasmo, inizieranno ad affluire negli Usa”.
Le tariffe, nel caso dell’Ue, sono quelle al 15% dell’intesa trovata proprio tra Trump e von der Leyen. I dazi sostituiscono quelli del 10% applicati da aprile su quasi tutti i prodotti arrivati negli Stati Uniti. I dazi appena scattati hanno in realtà diverse percentuali: si va dal 15% di Ue, Giappone e Corea del Sud fino a percentuali molto più alte, che raggiungono anche il 41%.
Scattano i dazi e Trump già rilancia
Trump, però, non si accontenta. E rilancia preannunciando dazi al 100% sui chip per computer, con il rischio di aumento dei prezzi per l’elettronica, ma anche le automobili e gli elettrodomestici che dipendono da questi processori. L’annuncio è arrivato durante l’incontro allo Studio Ovale con il ceo di Apple, Tim Cook: Trump ha spiegato che per chi costruisce negli Usa, invece, non ci saranno costi aggiuntivi.
Ma non è finita qui, perché il presidente Usa ha anche firmato un ordine esecutivo per imporre dazi aggiuntivi del 25% all’India a causa dei suoi acquisti di petrolio russo. Così, complessivamente, le tariffe imposte all’India saliranno al 50% a partire da 21 giorni dalla firma dell’ordine esecutivo.