Dopo una maratona di dieci ore, alle prime ore dell’alba di venerdì, è passato il piano del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, – stretto tra le critiche del capo dell’Idf e il pressing dei falchi – di occupare Gaza.
Passa il piano di Netanyahu di occupare Gaza
Un alto funzionario israeliano ha sottolineato che “l’operazione che l’Idf preparerà riguarda solo Gaza City: l’obiettivo è evacuare tutti i residenti della città verso i campi profughi centrali e altre aree entro il 7 ottobre 2025 (data del secondo anniversario del massacro di Hamas nel sud di Israele). Verrà imposto un assedio ai terroristi rimasti nella zona e nel frattempo l’esercito manovrerà dentro la città”. “Non esiste una risposta umanitaria per il milione di persone che sposteremo a Gaza. Sarà tutto estremamente complesso. Propongo di rimuovere l’obiettivo del ritorno degli ostaggi tra gli obiettivi della guerra”, ha detto il capo di stato maggiore Eyal Zamir durante la riunione di gabinetto, esprimendo contrarietà per il piano presentato dal primo ministro.
Un piano che ha scatenato l’ira e l’indignazione del mondo
Un piano che ha scatenato l’ira e l’indignazione del mondo su Tel Aviv. Il piano del governo israeliano “deve essere immediatamente fermato”, ha dichiarato l’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’Onu Volker Turk, perché “contraddice la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia secondo cui Israele deve porre fine alla sua occupazione il prima possibile, il raggiungimento della soluzione concordata dei due Stati e il diritto palestinese all’autodeterminazione”.
Dall’Onu all’Europa: Israele si fermi
Reagisce anche l’Europa. “Il governo israeliano deve revocare la sua decisione di estendere l’operazione militare a Gaza”, ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Il governo tedesco non autorizzerà alcuna esportazione di attrezzature militari che potrebbero essere utilizzate nella Striscia di Gaza fino a nuovo avviso”, è quanto ha annunciato il cancelliere tedesco Friedrich Merz.
Il premier britannico Keir Starmer ha affermato che Israele dovrebbe riconsiderare il suo piano, “sbagliato”, di prendere il controllo di Gaza City. Bruxelles ha annunciato la convocazione dell’ambasciatore israeliano. “L’obiettivo è chiaramente esprimere la nostra totale disapprovazione per questa decisione”, ha spiegato il ministro degli Esteri belga Maxime Prevot.
Il piano israeliano causerà solo “ulteriore distruzione e sofferenza”, ha affermato il ministro degli Esteri spagnolo Manuel Albares.
La Cina: Gaza è dei palestinesi
Pechino ha espresso la sua “grave preoccupazione”, esortando Israele a “cessare immediatamente le sue azioni pericolose”. “Gaza appartiene al popolo palestinese” ed è “parte integrante del territorio palestinese”, ha risposto la diplomazia cinese. Condanne sono arrivate dalla Giordania, dall’Arabia Saudita, dalla Turchia e dall’Egitto.
La decisione del governo Netanyahu rappresenta “un crimine a pieno titolo in violazione del diritto internazionale” che “causerà una catastrofe umanitaria senza precedenti”, ha affermato l’ufficio del presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen (Mahmud Abbas), accusando Israele di proseguire in una politica di “genocidio e carestia”.
Abu Mazen ha ribadito poi “il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese” in uno Stato “con Gerusalemme est capitale”. E ha sollecitato Donald Trump, a fermare il piano di Netanyahu e a spingere per una soluzione di “pace permanente”.
La chiusura degli Stati Uniti
“Gli Stati Uniti non hanno intenzione di riconoscere uno Stato palestinese. Non so neanche cosa significherebbe riconoscere uno Stato palestinese, data la mancanza di un governo funzionante”, ha detto il vice presidente americano Jd Vance.
L’uso da parte di Israele del termine “controllo” invece di “occupazione” è un tentativo di “eludere la propria responsabilità legale per le conseguenze del suo brutale crimine contro i civili”, ha affermato Hamas, secondo cui il governo israeliano non si cura del destino degli ostaggi: “Si rendono conto che espandere l’aggressione significa sacrificarli”.