Caffè a 2 euro entro il 2025: l’allarme di Unimpresa sui rincari

Caffè a 2 euro entro il 2025: l’allarme di Unimpresa sui rincari che rischiano di trasformare la tazzina al bar in un bene di lusso

Caffè a 2 euro entro il 2025: l’allarme di Unimpresa sui rincari

Il caffè, simbolo della quotidianità italiana, rischia di diventare un piccolo lusso. Secondo un report del centro studi di Unimpresa, entro la fine del 2025 il prezzo medio di una tazzina di espresso al bar potrebbe toccare i 2 euro, con un incremento superiore al 50% rispetto al 2020.

Negli ultimi cinque anni il costo del caffè è infatti salito da 0,87 euro a oltre 1,30 euro, con punte che arrivano a 1,43 euro in alcune città del Nord Italia. Un trend che, secondo gli analisti, non accenna a fermarsi.

Le cause dei rincari

Alla base dell’aumento dei prezzi si intrecciano più fattori. I cambiamenti climatici hanno ridotto i raccolti in Paesi chiave come Brasile e Vietnam, principali esportatori mondiali di caffè. A questo si aggiungono l’inflazione, l’aumento dei costi energetici e logistici e le nuove normative ambientali introdotte dall’Unione Europea.

Tutti elementi che hanno determinato un forte aumento dei costi lungo l’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione, fino al consumo finale.

Un mercato solido ma sotto pressione

Nonostante i rincari, il mercato del caffè in Italia resta robusto. I consumi annui ammontano a 327 milioni di chili di caffè verde, per un valore complessivo di 5,2 miliardi di euro, destinato – secondo le proiezioni di Unimpresa – a superare i 6 miliardi entro il 2030.

Per i consumatori l’impatto economico è limitato: il caffè rappresenta meno dell’1% della spesa annuale delle famiglie. Tuttavia, il rischio segnalato dagli analisti è che l’espresso venga progressivamente percepito come un bene non più alla portata di tutti.