L'Editoriale

Metamorfosi meloniana

Metamorfosi meloniana

Stendiamo un velo pietoso sul solito copione sulla giustizia rifilato all’assise di Comunione e liberazione. Ben disposta, va detto, verso il comizietto rifilato da Meloni alla platea di Rimini. Che si riassume nel ritrito slogan delle destre, teso a squassare l’equilibrio dei poteri a favore dell’esecutivo: “Andremo avanti con la riforma della giustizia nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati che provano a sostituirsi al Parlamento e alla volontà popolare”.

Riferimento alle decisioni sulle deportazioni di migranti in Albania e, ovviamente, alla vergognosa gestione del caso Almasri. Un mantra, quello di Giorgia, che definisce come invasioni di campo le sacrosante indagini e sentenze con le quali i magistrati perseguono i crimini e applicano la legge di fronte alla quale, Costituzione alla mano, tutti i cittadini, premier e ministri compresi, sono uguali. Ma la vera novità del Meeting di Rimini è il completamento della metamorfosi da leader anti-sistema, che tuonava contro l’Europa (“la pacchia è finita”), a parte integrante di quello stesso sistema, dal bacio sulla fronte di Biden al matrimonio con il Draghi pensiero.

Il premier che l’ha preceduta e che, dall’opposizione, ha avversato costruendo la sua fortuna elettorale. Ma che ora è diventato il grillo parlante di Giorgia: “L’Ue è sempre più condannata all’irrilevanza geopolitica, incapace di rispondere efficacemente alle sfide di competitività poste da Cina e Usa come, ha giustamente rilevato Mario Draghi da questo palco – ha detto Meloni -. Molte delle critiche che ho sentito rispetto all’attuale condizione (dell’Ue, ndr) le condivido così tanto da averle formulate molto spesso nel corso degli anni, tanto da venire criticata aspramente anche da chi oggi si spella le mani”.

L’apoteosi finale è il passaggio sul Medio Oriente: “Condanniamo l’ingiustificabile uccisione dei giornalisti, un inaccettabile attacco alla libertà di stampa e a tutti coloro che rischiano la vita per raccontare il dramma della guerra”. Tornando a chiedere il “cessate il fuoco” e la “liberazione degli ostaggi” da parte di Hamas. La solita fuffa alla prova dei fatti. Come quella dell’irrilevante Europa della quale è degna rappresentante al pari del resto dei leader europei. Più o meno volenterosi che siano.