Morti bianche, nuovo decreto: così il governo ammette il flop

Contro gli incidenti e le morti sul lavoro, il governo prepara un nuovo decreto. Ammettendo, così, il flop della patente a punti.

Morti bianche, nuovo decreto: così il governo ammette il flop

Il fallimento delle misure messe in campo per contrastare le morti sul lavoro è evidente e lo dimostrano i dati. I 432 decessi registrati dall’Inail nei primi sette mesi dell’anno sul luogo di lavoro non lasciano spazio a interpretazioni. Dati non completi, basti pensare alle cinque vittime negli ultimi due giorni. Ma non basta, perché a certificare il flop, per esempio, della patente a crediti, è anche lo stesso governo. Pronto a intervenire con un decreto legge introducendo nuove misure sulla sicurezza sul lavoro.

Un’ammissione che quanto fatto finora è servito a poco, se non nulla. Finalmente se ne rende conto anche la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che sta lavorando a un testo proprio per aumentare la capacità di prevenire gli infortuni, rafforzando i controlli ma anche la formazione. I tempi dovrebbero essere stretti, entro fine settembre, anche se il confronto con i sindacati e le imprese è appena iniziato. Nel provvedimento si dovrebbe puntare anche all’utilizzo delle informazioni già presenti sulle piattaforme come quella Siisl. Il testo andrebbe a intervenire sulla formazione e sulla prevenzione degli incidenti. Un’ammissione del fallimento del meccanismo della patente a crediti, introdotto a fine 2024 per i cantieri edili. Ora, evidentemente, viene ritenuto insufficiente anche dal governo, come già contestato dalle opposizioni e da parte dei sindacati.

Sicurezza sul lavoro, si prepara il nuovo decreto

Si parte dallo schema già discusso prima della pausa estiva, con una serie di azioni come gli interventi per settori specifici, dai cantieri ai trasporti, passando per la logistica. L’obiettivo è utilizzare le risorse dell’Inail, puntando anche sul supporto alle imprese per adottare i sistemi di gestione della salute. Il confronto di ieri ha portato anche proposte, come l’introduzione di nuove modalità per valutare lo stress sul lavoro, valide pure in caso di smart working. Si parla poi di misure di prevenzione contro il rischio molestie sul lavoro e di copertura assicurativa per gli studenti in ptco.

Eppure le proposte avanzate dal governo sembrano non soddisfare la Cgil: per la segretaria confederale, Francesca Re David, si tratta di “interventi estremamente limitati, che non affrontano in modo adeguato le reali emergenze”. Per Re David “restano del tutto irrisolti alcuni nodi fondamentali, come la qualificazione delle imprese e il rispetto dei contratti: la maggior parte degli incidenti avviene in aziende non qualificate”. Oltre a restare, continua, “una grave carenza di controlli che il provvedimento non contribuisce a risolvere”. E, ancora, nessuna “revisione è stata introdotta sul sistema degli appalti”.