L’Italia in ritardo pure sulla produttività: tutto fermo dagli anni Novanta

Il rapporto del Cnel evidenzia il ritardo dell'Italia sul fronte della produttività, rimasta praticamente ferma dagli anni Novanta.

L’Italia in ritardo pure sulla produttività: tutto fermo dagli anni Novanta

I salari restano fermi mentre la produttività non accelera. La situazione catastrofica del lavoro in Italia può essere riassunta da pochi dati e l’ultimo di questi arriva dal Cnel e riguarda proprio il ritardo del nostro Paese sulla produttività rispetto alle principali economie europee. Un ritardo che ci portiamo dietro da tempo, dalla metà degli anni Novanta. E negli ultimi 5 anni, dal 2019 al 2024, la produttività nel suo complesso è praticamente rimasta ferma.

La produttività italiana ferma da 30 anni

Il primo rapporto annuale sulla produttività del Cnel evidenzia che nella media degli ultimi tre decenni la crescita media annua italiana è stata dello 0,2%. Molto più basso dell’1,2% della media Ue, ma anche dell’1% della Germania, dello 0,8% della Francia e dello 0,6% della Spagna. E questo andamento può creare, avverte il Cnel, un circolo vizioso tra salari bassi, scarsi investimenti in innovazione e formazione e produttività stagnante.

Negli ultimi cinque anni, sottolinea il report, l’andamento dell’occupazione è stato positivo, con una crescita del 4,4% tra il 2019 e il 2024. Ma l’espansione è stata trainata soprattutto da settori ad alta intensità di lavoro ma a produttività media più bassa, come costruzioni, ristorazione, sanità e assistenza. Insomma, l’occupazione è cresciuta in attività “a basso valore aggiunto”. Su un altro fronte è invece l’Istat a segnalare un piccolo segnale di ripresa per la produzione industriale: l’indice destagionalizzato è cresciuto a luglio dello 0,4% rispetto a giugno e dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Troppo poco, dopo più di due anni di cali.