L'Editoriale

Di questa Ue meglio diffidare

Di questa Ue meglio diffidare

L’apocalisse corre veloce come l’inchiostro sulle prime pagine dei principali quotidiani di ieri. “Raid in Polonia, Putin sfida la Nato… Droni russi violano lo spazio aereo” (Corriere della Sera). “L’attacco di Putin in Polonia. Il premier Tusk: mai così vicini alla guerra mondiale” (Repubblica). “Droni in Polonia, l’Europa trema… Mattarella: verso il baratro come nel 1914” (La Stampa). “Polonia, Putin sfida la Nato. Droni russi lanciati sul Paese” (Il Messaggero). “Putin minaccia l’Europa. Venti di guerra mondiale” (il Giornale).

Provocazione? Incidente? Atto deliberato? Dubbi? Macché, tutto chiaro. Poi uno ripensa alle prime pagine degli stessi giornali del 2 settembre scorso. “Ursula, l’aereo in tilt: pista russa. Fuori uso il gps sul volo della leader diretta in Bulgaria. Il capo dell’esercito tedesco: colpito anch’io. Mosca nega” (Corriere della Sera). “Nel mirino dei russi il jet di von der Leyen. Una interferenza ha mandato in tilt il Gps del volo della presidente Ue costringendolo a atterrare in Bulgaria solo con le mappe cartacee. Mosca nega responsabilità” (Repubblica). “Putin-Europa, il fronte dei cieli”. Catenaccio: “L’Ue: sabotato il Gps dell’aereo di von der Leyen. Mosca: non siamo noi” (La Stampa). “L’aereo di von der Leyen nel mirino di Mosca” (Il Messaggero). “Assalto russo. Putin minaccia i nostri aerei” (Il Giornale).

Poi arrivarono nell’ordine, le smentite di Mosca, di Flightradar24 (il sito svedese di tracciamento voli in tempo reale), del governo bulgaro e, infine, la retromarcia della Commissione Ue. Un precedente emblematico. Come quello dei missili precipitati, sempre in Polonia, tre anni fa e subito attribuiti alla Russia prima di scoprire che erano ucraini. Non abbiamo sentito però gli stessi toni apocalittici lunedì scorso, quando Israele ha bombardato illegalmente (e volutamente) il Qatar per colpire i negoziatori di pace di Hamas.

Di certo, dopo il rapporto 2025 sullo Stato globale della democrazia, che registra un preoccupante arretramento anche in Ue, c’è sempre meno da stupirsi se i cittadini non si fidano della stampa. Per non parlare di chi li governa: il 60% degli europei boccia l’operato di von der Leyen. Chissà come mai…