È decisamente il Crosetto delle contraddizioni. Il ministro della Difesa ieri ha detto tutto e il contrario di tutto. Prima ha lanciato la solita chiamata alle armi con l’invito a investire nella Difesa, poi ha battuto in ritirata, dicendo che bisogna fare di tutto per cercare vie per la pace.
L’invito alle armi del ministro della Difesa
“Non siamo pronti né ad un attacco russo né ad un attacco di un’altra nazione, lo dico da più tempo. Penso che abbiamo il compito di mettere questo Paese nella condizione di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci: non dico Putin, dico chiunque”, ha affermato Guido Crosetto, spiegando che “non lo siamo perché non abbiamo investito più in difesa negli ultimi vent’anni e quindi i vent’anni non si recuperano in un anno o in due anni”.
Non solo. “Siamo tra i primi contributori in assoluto nella Nato sul fianco est. Ma abbiamo anche il fianco sud e quindi credo che il contributo dato finora su quello Est sia abbastanza. Se poi dovremmo incrementarlo ci verrà formalmente chiesto: su questo ad oggi ho visto solo una dichiarazione di Rutte, ma non una formale richiesta all’Italia. Se ci verrà chiesto decideremo”, ha argomentato ancora con orgoglio.
Che cozza con le parole di Giorgetti sulla Manovra
Affermazioni che mal si conciliano con la frenata arrivata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Per il numero uno di via XX Settembre il quadro internazionale si è complicato e questo rende più arduo trovare risorse per la prossima Manovra. Le voci che pesano di più sul bilancio del Paese, fa capire senza giri di parole Giorgetti, sono il gas e la Difesa.
Raggiungere il 2% delle spese militari sul Pil quest’anno ci costerà ben 45 miliardi, arrivare al 5% sarà un salasso che si tradurrà in circa 10 miliardi da reperire all’anno. Da qui al 2035.
Ma dicevamo il Crosetto delle contraddizioni. Dopo le dichiarazioni non certo in odor di pace, il ministro della Difesa ha rivolto un appello alla diplomazia.
Il dietrofront di Crosetto con l’appello a cercare vie di pace
‘’Sono mesi che parliamo di possibilità di tregua e quello che è stato è che sono aumentati esponenzialmente gli attacchi su Kiev, sull’Ucraina, sui civili, sugli ospedali, sulle centrali elettriche ucraine. Sono settimane in cui il clima che ci circonda è un clima deteriorato, non soltanto in Ucraina ma in tutto il mondo e io penso che ci sia un enorme bisogno di trovare nuove vie di impegno per cercare la pace e la tregua: non so quali, so che abbiamo la necessità di provare tutte quelle possibili e immaginabili’’, ha detto, per concludere che “abbiamo il dovere di fare qualunque cosa per invertire una rotta verso un dirupo che mi pare di vedere inarrestabile, anzi sempre più veloce’’.