“Una legge di civiltà che accoglie le istanze di tanti cittadini e le loro famiglie che ogni giorno si confrontano con il dolore, ogni singolo giorno”. Così la senatrice M5S Sabrina Licheri commenta la legge sul fine-vita approvata ieri dal Consiglio regionale della Sardegna. L’isola diventa così la seconda regione in Italia, dopo la Toscana, ad avere una legge sul suicidio assistito. Il Consiglio regionale ha votato il testo proposto dalla maggioranza del campo largo, con 32 voti favorevoli, 19 contrari e un’astensione.
Assicurata l’assistenza gratuita
La norma, che punta ad applicare procedure sui tempi per l’assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito per effetto della sentenza della Consulta del 2019, garantisce l’assistenza sanitaria gratuita a chi, affetto da patologia irreversibile e dipendente da trattamenti vitali, sceglie autonomamente e consapevolmente di accedere al suicidio assistito, ma le condizioni dovranno essere verificate da una commissione multidisciplinare e dal comitato etico territorialmente competente.
Magi: “Fine-vita sia in tutti i programmi per le regionali”
Esulta Riccardo Magi (+Europa): “Dopo la Toscana, anche la Sardegna ha fatto un passo in avanti sul terreno dei diritti delle persone e dell’autodeterminazione. E ora il Governo che farà? Impugnerà anche questa legge davanti alla Consulta, su ricatto dei pro vita?”, si chiede Magi, che chiede anche alla altre regioni e all’Umbria di andare “avanti con ‘Liberi Subito'”. “Come +Europa abbiamo chiesto – conclude – in tutti i tavoli della coalizione progressista in vista delle Regionali, l’impegno ad approvare leggi regionali sul fine vita come quelle approvate in Toscana e Sardegna”.
Per Gelmini si tratta di un doppio errore
Scontate le proteste della destra nazionale: di “doppio errore” ha parlato subito Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati, “Siamo infatti di fronte ad una ovvia competenza nazionale e al Senato è incardinato in Commissione un provvedimento sul tema. Non sarebbe stato meglio attendere l’esito dell’iter di questa proposta? Seconda questione, invece, di metodo: ma se già sulla legge toscana il governo ha proposto impugnativa presso la Corte Costituzionale, non sarebbe stato più opportuno attendere l’esito almeno della sentenza della Corte?”, conclude.