Il taglio dell’Irpef per il ceto medio si farà. O forse no. La volontà del governo c’è, ma ancora una volta bisogna fare i conti con il bilancio, già zavorrato dall’aumento delle spese militari e dagli aiuti all’Ucraina. Così la riduzione della seconda aliquota è tutt’altro che scontata, come lascia intendere anche il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
Intervenuto a Telefisco, evento del Sole 24 Ore, Leo conferma che l’idea è quella di ridurre la seconda aliquota Irpef (dai 28mila ai 50mila euro di reddito) dal 35% al 33%. Con la possibilità di estendere l’aliquota fino ai 60mila euro di reddito. Eppure il problema delle risorse resta, tanto che il viceministro prende tempo spiegando che è necessario aspettare “i dati Istat sui conti economici nazionali”, che verranno diffusi il 22 settembre.
Taglio dell’Irpef, chi guadagnerà in busta paga e quanto
L’eventuale taglio dell’Irpef, conferma Leo, riguarderebbe 13,6 milioni di contribuenti. Sempre che ci siano le risorse per introdurlo. Ma quali sarebbero gli effetti in busta paga? Non guadagnerebbero nulla coloro che hanno redditi fino ai 28mila euro, mentre i vantaggi si hanno tra i 28mila e i 50mila euro. Si va da meno di 100 euro l’anno in più a circa 250-300 per chi guadagna tra i 40 e i 45mila euro. Una cifra che sale a poco meno di 500 euro per chi guadagna 50mila euro.
Il vantaggio maggiore, però, lo avrebbero coloro che guadagnano tra i 50mila e i 60mila euro, con una riduzione dell’Irpef che sarebbe addirittura di dieci punti percentuali. Questo vorrebbe dire risparmiare, in busta paga, circa 1400 euro l’anno. E se non dovessero esserci cambiamenti, per ora non annunciati, lo stesso guadagno lo avrebbe chi guadagna più di 60mila euro.
L’ipotesi detrazioni
Il viceministro dell’Economia ipotizza poi anche un altro intervento, da affiancare al taglio dell’Irpef: la riduzione delle aliquote “è proprio una delle tematiche che ci sta particolarmente a cuore, a cui poi si può aggiungere anche un meccanismo di rivalutazione, di rivisitazione delle detrazioni, in relazione alla composizione del nucleo familiare, però sono dei temi che vanno trattati congiuntamente”. L’idea potrebbe essere quella di agevolare chi ha più figli, anche se nulla sul tema è stato approfondito.