Altra retromarcia Ue sul clima: slitta la decisione sui target 2040

L'Ue frena di nuovo sul clima, rinviando la decisione sui target 2040. La palla passa al Consiglio Ue e l'Italia esulta.

Altra retromarcia Ue sul clima: slitta la decisione sui target 2040

Nessun passo avanti, se non una vera e propria retromarcia. L’Ue rischia di arretrare sui target sul clima per il 2040, rinviando il voto e riaprendo la discussione tra i leader. Il governo italiano festeggia per la possibilità di dare un altro colpo al Green deal, un altro passo indietro in materia ambientale. L’accordo ancora non c’è, come confermata la presidenza danese con il ministro Lars Aagaard: “Non siamo mai stati così vicini a poter concludere sulla legge sul clima”, dice all’arrivo al Consiglio Ambiente. Eppure si rimanda tutto alla discussione tra i capi di governo e di Stato dei Paesi membri.

Così si è arrivati alla decisione della commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo di rinviare il voto sul target climatico 2040, inizialmente previsto per il 23 settembre. Una decisione arrivata dopo lo slittamento del voto al Consiglio ambiente, legato soprattutto al pressing del Partito Popolare secondo cui l’Europarlamento dovrebbe adottare il mandato solo dopo che lo facciano gli Stati membri. Tutto rinviato, quindi, probabilmente alla settimana del 13 ottobre, prima comunque del vertice Ue del 23 ottobre in cui è prevista la discussione tra i leader Ue.

Retromarcia Ue sul clima, rinviata la decisione sui target 2040

Come conferma Aagaard, il traguardo non è ancora raggiunto e bisogna cercare un compromesso. E a farlo devono essere le capitali. Che al momento non sembrano convergere su una posizione unitaria, nonostante l’ottimismo di facciata di chi, come il commissario europeo per il Clima, Wopke Hoekstra, cerca un accordo: “Personalmente sono ottimista, sono sicuro che nelle prossime settimane risolveremo la questione internamente”, prima della Cop 30 di novembre a Belem, afferma. Eppure il passo indietro c’è, considerando che anche per il commissario la decisione di portare la questione all’attenzione del Consiglio europeo di ottobre “può essere molto fruttuosa”.

Il rinvio viene ritenuto positivo da chi più frena sul Green deal, a partire dal governo italiano. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, parla di “decisione di grande responsabilità” e di “forte segnale politico”, per evitare che gli Stati membri si trovino “di fronte a obiettivi inapplicabili e a costi insostenibili”. Posizione simile a quella del governo ungherese di Orban, secondo cui l’obiettivo del 90% è “eccessivamente ambizioso”. Frena solo parzialmente, invece, la Germania: Berlino sostiene l’obiettivo di ridurre le emissioni del 90% rispetto al 1990, ma condivide il rinvio al Consiglio Ue, L’ottimismo resta solamente per il governo spagnolo, secondo cui il target del 2040 non è “in pericolo”. Eppure questo rinvio qualche dubbio lo fa venire.