Da Milano a Roma, passando per Catania, La spezia e Bologna. Ieri è stata la giornata dello sciopero per Gaza e si è sentito. O meglio, si sono sentite l’enorme voglia di protestare contro il genicidio in atto da oltre due anni da parte di Israele e l’immobilismo del governo italiano, con oltre 100mila persone che sono scese in piazza in 75 città. E si sono sentite anche l’esasperazione e la rabbia.
Scontri a Milano dopo il corteo
Come a Milano, dove, dopo l’enorme corteo pacifico della mattinata, nel pomeriggio si sono registrati pesantissimi scontri tra alcune frange di manifestanti incappucciati che hanno preso d’assalto la Stazione Centrale e le forze dell’ordine. Scene di vera e propria guerriglia, tra cariche, manganellate e lacrimogeni. Alla fine il bilancio (provvisorio) reciterà 53 persone soccorse e 10 fermati. La circolazione dei treni è stata sospesa per un’ora, con i treni ad Alta velocità e gli Intercity, che erano stati garantiti malgrado lo sciopero che hanno subito ritardi fino a due ore. Ma tensioni si sono registrate anche a Bologna, dove Le forze dell’ordine hanno respinto i manifestanti allontanandoli dalla tangenziale con lacrimogeni e idranti.
Tensione anche a Roma e Bologna
Tra i cortei più nutriti, quello di Roma, partito da piazza dei Cinquecento che ha visto la partecipazione di oltre 50mila persone e dove il corteo è stato autorizzato, “in via eccezionale, vista la straordinaria adesione alla manifestazione” a deviare sulla tangenziale est. Gli studenti universitari hanno poi occupato la facoltà di Lettere e Filosofia alla Sapienza. A Torino e a Napoli sono stati bruciati i manifesti di Meloni e Benjamin Netanyahu.
Più di 20mila a Venezia, dove il corteo si è concluso di fronte al casello del Porto commerciale di Marghera: “Le merci non partono, è giunto il momento di dire stop al genocidio. Qui inizia ufficialmente il blocco”, hanno detto i manifestanti. A Bolzano nella notte l’ingresso del Municipio era stato imbrattato con della vernice rossa e con la scritta “22 vermi”, riferita ai consiglieri comunali che la scorsa settimana si erano astenuti dal voto sulla mozione anti-Netanyahu.
Circa 5mila persone hanno partecipato a Pisa allo sciopero generale, dando vita a un corteo che ha invaso il centro della città ed è arrivato fino all’aeroporto Galilei: bloccata per diversi minuti la circolazione sulla Firenze-Pisa-Livorno. Al porto di Livorno bloccato il varco Valessini. Oltre 4mila persone hanno riempito la zona del varco di San Benigno e Albertazzi, all’imbocco del porto di Genova.
Ma Meloni parla solo degli scontri
Insomma tanta gente in piazza, ma anche tanta tensione. Un’ottima freccia all’arco di Giorgia Meloni per derubricare il malcontento serpeggiante, in manifestazioni di facinorosi che cercavano lo scontro. “Un pensiero di vicinanza alle forze dell’ordine, costrette a subire la prepotenza e la violenza gratuita di questi pseudo-manifestanti. Mi auguro parole chiare di condanna da parte degli organizzatori dello sciopero e da tutte le forze politiche”, ha infatti postato la premier sui social, a proposito dei fatti di Milano.
Subito seguita dal ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, che ha parlato di “deliberata violenta azione di attacco verso le forze di polizia”. “La causa dei conflitti bellici che sono per il mondo, russo-ucraino e israelo-palestinese soprattutto, è talmente nobile che non va sprecata e sporcata dalle azioni di pochi ma in numero importante facinorosi, persone che cercano di cogliere la sensibilità generale su questo tema come opportunità per fare le solite azioni di violenza pura e semplice. Quello che è successo a Milano è sotto gli occhi di tutti”, ha detto Piantedosi.
Schlein: “Condanni anche Netanyahu”
Alla presidente del Consiglio ha risposto la segretaria Pd, Elly Schlein: “Io non ho alcuna difficoltà a condannare la devastazione della stazione di Milano e il ferimento di 60 agenti di polizia”, si legge in una nota del Pd. “Noi abbiamo sempre condannato ogni forma di violenza politica perché non la riteniamo mai giustificabile e perché non è il nostro metodo, non lo è mai stato. Non possiamo accettare però – prosegue la leader dei democratici – di vedere che la violenza di qualche centinaio di manifestanti che hanno colpito la stazione copra quelle decine di migliaia di manifestanti che pacificamente oggi in tutto il Paese hanno manifestato per Gaza. E lo dico perché, mentre noi la violenza politica la condanniamo sempre, stiamo ancora aspettando che Giorgia Meloni condanni i crimini di Netanyahu a Gaza come in Cisgiordania anziché fare e dire solo quello che sta bene a Trump e a Netanyahu stesso” conclude Schlein.
Per Conte Meloni deve agire
“Oggi migliaia e migliaia di cittadini sono scesi in piazza per dire ‘stop al genocidio” a Gaza, ha detto invece Giuseppe Conte, dalle Marche, “Condanniamo con fermezza gli episodi di violenza che non sono mai condivisibili e esprimiamo solidarietà agli agenti che sono rimasti feriti”, ha aggiunto, “però attenzione, il governo si concentri sul grido diffuso a favore dello stop al genocidio, un grido che si leva da mesi rispetto al quale il governo è insensibile”, ha spiegato. “Non si può dire, come ha detto nel corso dei mesi Meloni, ‘non condividiamo’”, occorre “agire con misure concrete” anche con il “riconoscimento della Palestina, ormai tutti gli Stati lo stanno facendo. L’atteggiamento di accondiscendenza di Meloni a Washington è vergognoso”, ha concluso Conte.