L'Editoriale

Destre sotto Salis

Destre sotto Salis

Giorgia Meloni è volata a New York dopo aver derubricato la manifestazione che, lunedì scorso, ha portato in piazza mezzo milione di italiani perbene, a un rigurgito di violenza per un centinaio di facinorosi protagonisti degli scontri di Milano.

Tanto basta, del resto, ora che la crociata contro “il linguaggio d’odio” è stata lanciata, per puntare i riflettori sui “sedicenti pro-pal, sedicenti antifa, sedicenti pacifisti” additati da Meloni, e spostarli dal clamoroso successo dello sciopero generale che ha segnato la più netta e sonora bocciatura della politica estera del governo per la sua posizione, a dir poco soft, nei confronti di Israele e del suo leader, Benjamin Netanyahu, su cui pende un mandato di cattura della Corte penale internazionale per i crimini commessi a Gaza.

Il tutto mentre ieri alla Camera si commemorava, per iniziativa della destra, il martire Charlie Kirk, noto fomentatore di pace con i suoi messaggi di fratellanza. Tipo, “se vedo un pilota nero, penso: ‘Cavolo, spero proprio che sia qualificato’…”. O “dobbiamo organizzare un processo in stile Norimberga per ogni medico di una clinica che si occupa di gender”. E ancora, “penso che valga la pena di affrontare il costo di alcune morti per arma da fuoco ogni anno, in modo da poter avere il secondo emendamento a protezione degli altri diritti che Dio ci ha donato. È un accordo equo e razionale”. Sempre meglio, per la maggioranza, che parlare del vuoto pneumatico del governo su Gaza.

Intanto, la Commissione del Parlamento Ue ha confermato l’immunità per Ilaria Salis, che rischia 10 anni di galera in Ungheria, noto Stato di diritto, dove i detenuti sfilano con i ceppi ai piedi a favore di telecamere. E le solite destre sono tornate a gridare allo scandalo. Mentre si preparano a negare l’autorizzazione a procedere nei confronti di Nordio, Piantedosi e Mantovano, e a sollevare il conflitto di attribuzione per scudare pure la capo di gabinetto del guardasigilli, nonostante le sia contestato un reato autonomo (e non connesso) a quello di cui sono accusati gli esponenti dell’esecutivo.

Vuoi mettere la Salis con Almasri, il generale libico ricercato per tortura e stupro di minori rispedito in Libia dal governo con volo di Stato?