L'Editoriale

Giorgia spiazzata dalla piazza

Giorgia spiazzata dalla piazza

Hai voglia a dire linguaggio d’odio. Lo sciopero che lunedì scorso ha portato in piazza mezzo milione di italiani perbene ha lasciato il segno. E per quanto la propaganda di governo (con tv e giornali al seguito) si sia sforzata di derubricare l’imponente mobilitazione per Gaza all’inutile boutade di un gruppo di violenti (circa un centinaio a Milano nel fiume umano che si è riversato in 82 città italiane), il centrodestra ha dovuto prendere atto che l’opinione pubblica ne ha abbastanza.

È stufa dei massacri che da quasi due anni vengono trasmessi in mondovisione ma che le destre per troppo tempo hanno finto di non vedere. È stufa della linea smaccatamente filo-israeliana su cui l’esecutivo Meloni ha appiattito il Paese nel consesso internazionale. Un segnale importante. A cui ieri si è aggiunta la protesta delle opposizioni che hanno occupato il Parlamento contro l’immobilismo del governo sulla tutela delle imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla bersagliata, la notte scorsa, da uno sciame di droni.

Alla fine, il ministro Crosetto è stato costretto a spedire in fretta e furia una fregata della marina militare a scortare le imbarcazioni battenti bandiera italiana. Il minimo sindacale che ci saremmo aspettati già dopo il primo attacco subito dalla Flotilla. Una mossa tardiva, ma comunque rivelatrice della presa d’atto da parte del governo che su Gaza si sta consumando la prima, vera rottura con il Paese dalle elezioni politiche del 2022.

Non è un caso se perfino la Meloni, che alla vigilia della partenza per New York aveva bollato il riconoscimento della Palestina come “controproducente”, con l’ennesima acrobazia si sia dichiarata disponibile a rivedere la sua posizione purché gli ostaggi israeliani vengano liberati e Hamas resti fuori dal governo. Una furbata per continuare a tenere il piede in due staffe: una minima apertura al pressing all’opinione pubblica senza indispettire Tel Aviv.

Poi è tornata ad attaccare l’iniziativa “pericolosa e irresponsabile” della Flotilla, invitando gli attivisti a lasciare gli aiuti per i palestinesi a Cipro. Del resto, una missione umanitaria che sta raccogliendo sempre più consensi a discapito dell’indifendibile sostegno del governo italiano al boia di Gaza, per Giorgia è davvero troppo.